Close di Lukas Dhont. Recensione di Vincenza Quattrocchi
Close di LUKAS DHONT è stato in concorso al 75° Festival di Cannes, dove ha vinto il Gran Prix della Giuria ed ha partecipato come candidato al premio Oscar per il miglior Film. Il regista ama esplorare il mondo dell’adolescenza, come ha fatto nel precedente film, Girl. La scena si svolge in un tripudio di fiori e di giovani presenze. Ma quest’aria fresca nasconde insidie ed un profondo dolore, crescere comporta inevitabili sofferenze. Tèo e Rèmi, sono nati in provincia e, pur avendo entrambi una famiglia, vivono praticamente insieme. Sono figli unici e spesso dormono ora nell’una, ora nell’altra casa, affiliati dalle reciproche famiglie. C’è una scena che descrive questa forma di apparentamento: i due protagonisti distesi sull’erba al sole con la mamma di Rèmi, sembrano indistintamente figli. Dalla loro amicizia, i quattro genitori sembrano rassicurati, quasi a considerarla un sostegno per il loro compito genitoriale, come si evince anche dallo svolgimento della vicenda. Si dice che ad ispirare il regista siano state le sue reminiscenze scolastiche ed è così che fonda il suo lavoro …
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