Testo della relazione presentata al convegno “Intimità. Variazioni psicoanalitiche” Pisa16 settembre 2017, che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autore.
Il mio intervento, nel breve tempo concesso, cercherà di focalizzarsi su alcuni punti salienti del rapporto tra psicoanalisi e cyberspazio e in particolare con gli aspetti che concernono l’analisi a distanza. Essendo impossibile qualsiasi pretesa di esaustività, l’intervento cercherà di stimolare riflessioni e partecipazione del pubblico.
Sarà innanzitutto importante sottolineare come l’aspetto della virtualità può suggerirci qualcosa sulla “mente” (come oggetto di lavoro analitico) in quanto condivide con essa lo statuto di luogo/non luogo che, pur avendo una base fisica, materiale (il cervello e il sistema nervoso, o la struttura dell’hardware) risulta appunto smaterializzato. Si sottolineerà l’aspetto di luogo-metafora, che tuttavia continua a dover essere colto con le coordinate di spazio e tempo. Qui mentale e spazio virtuale del cyberspace si rimandano reciprocamente – in forma di similitudine o di allusioni reciproche – in quanto entrambi sono immaginati come dotati di un volume atto ad accogliere contenuti specifici di ogni natura: aspetti, stati d’animo, fantasie, oppure innumerevoli oggetti smaterializzati.
E’ particolarmente importante mettere in risalto il tema dell’immersione nel cyberspace, e come questo si possa realizzare pienamente o meno. Una relazionalità adeguata si collega strettamente con la possibilità di istaurare una relazione dimensionale soddisfacente e genuina, che vada oltre la bidimensionalità, permettendo il raggiungimento del contatto, ma con quella “giusta distanza” in cui si mantiene il senso dei propri confini.
Una dimensionalità che rende possibile produrre operazioni analitiche, rispetto allo spazio e agli oggetti (virtuali) che in esso esistono. In questi casi il soggetto ha la possibilità di collegare elementi dispersi e comunque non organizzati, proto elementi informatici, mi è piaciuto chiamarli, dando ad essi forma di vissuti, esperienze, elaborazioni originali (anche artistiche) e avventure della mente non intrise di onnipotenza e di narcisismo distruttivo. Elementi che si collegano e collegano, invece di frammentare. Prodotti emotivo-affettivi che vengono così dotati di senso, con progressione elaborativa, scambio reciproco, senso del limite.
Ne consegue la possibilità di offrire spunti di riflessione circa i soggetti dipendenti in modo patologico dal rapporto con il mondo digitale, irretiti dalla illimitata voragine asimbolica della dipendenza (auto)distruttiva. Questo genere di soggetto non riesce più a elaborare pensieri creativi e regredisce a forme primitive di comunicazione, dove può prevalere una sorta di vaniloquio narcisistico.
Tutto questo è perfettamente valido anche nella relazione analitica che si sviluppa attraverso la teleanalisi. Questa modalità tecnico-clinica, questo setting al contempo nuovo e classico, mostra quanto sia fondamentale, per la sua corretta e genuina realizzazione, che si instauri proprio una dinamica, creativa tridimensionalità nella coppia analitica, dove la relazione, o il campo, se si vuole, per quanto infinitamente espanso nel cyberspace, possa contenere questi processi, o li possa trasformare in tali se si presentino come concreti, asimbolici, beta, o come li vogliamo chiamare. E questo riguarda, nel campo della teleanalisi, non soltanto gli elementi che appartengono classicamente alla relazione analista/paziente, ma anche tutti gli elementi di ciò che possiamo chiamare il “campo telematico”, a formare insieme una sorta di campo analitico-digitale dalle complesse ma stimolanti prospettive di realizzazione clinica e di indagine teorica.
Sarà infine di notevole rilievo cogliere e riflettere sull’aspetto di intimità che nasce in questi casi, strettamente correlato alla possibilità di immersione nel cyberspace, sia se si parla del singolo in relazione col mondo digitale, sia che si parli della teleanalisi.
Sono omesse le vignette cliniche per motivi di privacy.
Per ulteriori approfondimenti :
Marzi A-Fiorentini G. (2017) – Light and shadow in online analysis. In Scharff J. Psychoanalysis online 3. London Karnac.
Marzi A (a cura di) (2013) – Psicoanalisi, Identità e Internet. Esplorazioni nel cyberspace. Milano, Franco Angeli