Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica – Firenze, La Colombaria, 6 febbraio 2010
Seminario di Formazione Psicoanalitica Firenze, La Colombaria, 6 febbraio 2010
La femminilità negata
Seminario di Formazione Psicoanalitica Firenze, La Colombaria, 6 febbraio 2010
Il tema del mio intervento è il fenomeno della donna velata. Per andare subito al cuore della questione dirò che, a mio parere, esso svela il desiderio inconscio di cancellare la donna. La domanda che si pone è: perché?
A mio avviso la risposta sta nel significato inconscio che assume l’anatomia dei genitali esterni della donna. A questo riguardo è necessario distinguere, come fa Laplanche (2007), tra “genere”, “sesso” e “sessuale”. Quello che si vuole cancellare è il sesso in quanto “significante”, secondo un codice che appartiene al “sessuale”.
La psicoanalisi ci ha mostrato che l’anatomia dei genitali esterni della donna è, inconsciamente, interpretata come evirazione. Questo avviene all’interno di quella che comunemente definiamo “logica fallica” che, dal punto di vista cognitivo, è riportabile alla “logica binaria” che si struttura, come coppia di opposti, sulla opposizione tra due termini che si escludono reciprocamente: si/no, 1/0, presenza/assenza, buono/cattivo. La logica binaria, introdotta nel pensiero filosofico da Aristotele, sembra essere alla base del processo cognitivo umano e sembra caratterizzare anche i fenomeni fisici che ricadono nella fisica newtoniana. Ad esempio è alla base del funzionamento dei calcolatori e del sistema nervoso e neuro-muscolare ove, a livello delle sinapsi, l’impulso passa o non passa, a seconda che la sua intensità superi o meno il livello di soglia. La logica binaria, nel campo delle significazioni che costituiscono l’universo affettivo inconscio, diviene “segno” e uno dei suoi due termini diviene “segno del nulla”, del “vuoto”, della “evirazione”. In questa prospettiva il genitale femminile diventa un significante del nulla, della morte, della evirazione. Per questo motivo la sessualità femminile e l’eccitazione stessa ad essa connessa vengono ad essere egemonizzate dalla spinta all’azzeramento delle tensioni, cioè dalla pulsione di morte, dalla jouissance san fin, descritta da Lacan a proposito del godimento femminile. Nella logica binaria o fallica l’anatomia maschile si costituisce come presenza: è il “si”, il “fallo”, la “vita”. Nella logica fallica l’orrore del genitale femminile viene superato soltanto ad opera dell’attivarsi del processo di simbolizzazione per cui a non è b ma allude a b. In termini di logica possiamo dire che alla logica binaria si sostituisce, o vi si affianca, la logica fuzzy ovvero la logica delle sfumature: non a non b.
Il velamento e la cancellazione della donna che determinano, in alcune società, la sua condizione di subalternità vengono rafforzate dalla proiezione sulla donna stessa del versante femminile presente nei maschi a causa della presenza in ambedue i sessi della bisessualità psichica, ma più ancora dalla primarietà della posizione passivo-femminile e, quindi, masochistica del soggetto umano di fronte all’irruzione della pulsionalità. Se ricordiamo che la prima espressione della sessualità psichica sta nella teoria cloacale che non è solo una teoria sulla nascita ma deriva dalle sensazioni retto-anali dovute alle stimolazioni provenienti dall’interno dell’intestino e del retto a causa dei movimenti peristaltici e per il transito delle feci, ebbene, rispetto a queste prime stimolazioni che determinano una eccitazione, tutti i bambini, che siano maschi o femmine, sono passivi. Questo è in accordo con la tesi di Freud che la pulsione prende alle spalle l’apparato psichico dell’ infans che è ancora immaturo e, quindi, inadeguato a legare l’eccitazione.
Nel maschio, l’originaria posizione passivo-femminile viene ad essere ribaltata attraverso l’investimento fallico mentre il versante femminile è proiettato. Il fallicismo o “machismo” può essere letto come una formazione reattiva rispetto alla femminilità. Accanto all’orrore del genitale femminile e alla demonizzazione della donna vi è un’altra manifestazione culturale che è all’insegna della negazione della sessualità femminile. Si tratta della sua desessualizzazione che avviene nella rappresentazione della donna come soltanto “madre”. Di questa, la rappresentazione della “Vergine Maria” è la più nota espressione culturale e religiosa. Anche alcune forme di “femminismo” estremo si sostengono sulla fantasia inconscia della fallicizzazione della donna e rappresentano una negazione della differenza. Probabilmente anche alcune forme di esibizione sessuale della donna che caratterizzano alcune forme culturali dell’occidente contemporaneo contengono un rinnegamento o una formazione reattiva rispetto all’angoscia del femminile. In realtà non possiamo escludere che queste forme di esibizione del femminile nelle società occidentali contemporanee, dal punto di vista della logia inconscia sottostante, abbiano sostituito alla logica binaria la logica estensionale o fuzzy, per cui non è possibile definire quanta fallacità e quanta femminilità siano in esse presenti. In questo caso alla logica per cui “se a non b”, quindi, 1/0 si sostituisce “non a/non b”, cioè “non completamente a non completamente b” E’ possibile che, dal punto di vista della realtà psichica inconscia, questo modello di donna non sia né completamente femmina né completamente maschio. Pensiamo all’esibizione del nudo femminile ove qualcosa che non è fallico, attraverso l’esibizione, si fallicizza. Il fatto che, di frequente, alcuni tra i più rinomati stilisti della moda femminile siano, nella loro vita privata, omosessuali può forse essere spiegato in questa maniera. Così pure il fenomeno del travestitismo, sia di coloro che lo praticano attivamente che di quelli che sono orientati a rapporti sessuali con questa categoria di persone, è spiegabile attraverso l’attivazione di questa logica inconscia che determina una identificazione incerta: né pienamente maschile né pienamente femminile.
La soluzione che riteniamo più “fisiologica” della logica fallica è invece la simbolizzazione dell’assenza del genitale femminile attraverso la fuoriuscita dalla equazione simbolica e l’entrata nel simbolismo maturo per cui il “non è” della castrazione, del niente e della morte viene sostituito da un terzo termine: quello del “come se”. E’ la logica della “analogia/logica” (Morin 2007), per cui il genitale femminile non è la mancanza ma rappresenta l’assenza.
In altri termini si tratta di poter accedere alla “rappresentazione del buco della rappresentazione”, o, altrimenti detto, alla “rappresentazione dell’irrappresentabile”. Così la femminilità diventa metafora del nulla. Quando il processo di simbolizzazione resta incompleto il significante non simbolizzato adeguatamente viene rigettato e ritorna sotto forma di manifestazioni socio-culturali che negandolo, al tempo stesso, lo affermano. Il velamento svela il significante del vuoto. Qui non vi è una significazione simbolica” ma una “significazione effettuale” (Castoriadis 1998).
Bibliografia
Castoriadis C. (1998) L’enigma del soggetto. Bari, Edizioni Dedalo.
Laplanche J. (2007) Sexual, PUF, Quadriga.
Morin E. (2007) La conoscenza della conoscenza. Raffasello Cortina, Milano.