Tutti gli articoli della categoria: Archivio relazioni

In questa sezione si trovano i materiali dei seminari organizzati dal Centro Psicoanalitico di Firenze

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Saraò G. (2012). Relazione introduttiva ai seminari ASL-SPI 2012. “Vedute con paesaggi incerti e nature morte: i flussi emotivi e i transfert centrali e laterali nei sistemi di cura di salute mentale”.

Saraò G. (2012). Relazione introduttiva ai seminari ASL-SPI 2012: “Vedute con paesaggi incerti e nature morte: i flussi emotivi e i transfert centrali e laterali nei sistemi di cura di salute mentale”. –> vai alle diapositive della relazione (diapositive in formato power point se non hai il visualizzatore scaricalo qui)    

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Bitossi S. (2013). Claustrofobia: quando l’incontro diventa toccata e fuga.

 Testo della relazione presentata nel secondo seminario del ciclo ASL-SPI “Claustrofilia-claustrofobia: quando la relazione di cura non si trasforma” (8 Nov, 22 Nov, 06 Dic 013) che pubblichiamo per gentile concessione dell’autrice. 22 Novembre 2013 Sala del Giardino d’Inverno, Istituto Montedomini, Via de’ Malcontenti 6 Firenze   Mi riferirò oggi alla questione della dimensione claustrofobica facendo riferimento con questo termine, non tanto ad una categoria diagnostica di pazienti, quanto piuttosto ad una modalità di funzionamento di essi e, in particolare, cercherò di concentrarmi sulle conseguenze che questo funzionamento ha sulle relazioni che tali pazienti costruiscono o, meglio, co-costruiscono con le varie figure della loro vita e quindi anche del servizio. Alludo a ciò che di potente e turbolento questi pazienti immettono nella relazione stessa, producendo una circolarità che merita di essere osservata, nel tentativo di interromperla e di attivare un processo trasformativo. Parafrasando Sassolas (1997) credo che di fronte ai nostri pazienti gravi, a quelli cioè che hanno difficoltà a dare parole alle emozioni e ai vissuti, sia ancora la psicoanalisi con i suoi concetti, …

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Vandelli V. (2013). Il segreto del terzo.

Relazione presentata al Seminario AFPP CSMH – AMHPPIA SIPP SPI – Tansfert sulle teorie & transfert sulla clinica nel lavoro con i gruppi 4 Maggio 2013 ore 9.00 – Sala del Giardino d’Inverno, Istituto Montedomini, Via de’ Malcontenti 6, Firenze Introduce Giovanni Foresti (SPI) con la relazione Una dimensione istituzionale del controtransfert. Il transfert sulle teorie e i suoi rimedi. Intervengono Vittorio Vandelli (AFPP) e Mario Rossi Monti (SPI) Testo della relazione di Vittorio Vandelli che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autore Il tema del transfert sulle teorie rimanda al tema centrale in psicoanalisi di come poi ogni terapeuta abbia alla fine fatto i conti con le proprie radici formative, ovvero come ne abbia elaborato il lutto. La metafora è sempre quella del mito di Edipo, trovatosi a fare i conti con i triplici aspetti delle figure genitoriali, [rappresentati per quanto riguarda la MADRE da: 1.MEROPE, regina di Corinto, madre adottiva, ma anche – dal punto di vista simbolico – vera madre, che si è presa cura di Edipo neonato assumendo responsabilmente un ruolo materno; 2.GIOCASTA, …

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Bottiglioni M. (2013). Destini del trauma e della dissociazione

Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica “Trauma, dissociazione, perversioni. Teoria e Tecnica”. Sabato 16 Nov. 2013 Aula Magna della Scuola Superiore S.Anna. Piazza Martiri della Libertà, Pisa     Questo seminario intende procedere nella ricognizione degli strumenti di cui dispone la psicoanalisi del terzo millennio per il trattamento delle patologie gravi. Concetti come trauma e dissociazione sono diffusissimi ma non sono sistematizzati con chiarezza nella teoria “classica”, per cui penso valga la pena di introdurre questo seminario tentando una loro rivisitazione.   Il concetto di trauma in psicoanalisi ha seguito un percorso discontinuo e controverso. Semplificando al massimo, Freud alle origini della sua ricerca sull’inconscio ipotizzò, in accordo con le teorie di Charcot, che le sue pazienti soffrissero a causa di traumi sessuali rimossi. Quando si rese conto che nella maggioranza dei casi ciò non poteva essere avvenuto, rivolse la sua attenzione alla realtà psichica, mantenendola ben distinta dalla realtà esterna. La sua ricerca, da allora, si orientò in questa direzione, con qualche eccezione quando si trovò a riflettere sui traumi di guerra, ipotizzando …

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De Masi F. & Freer P.(2013). Perversione, scissione e piacere sovra sensuale. Il caso del feticismo.

Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica “Trauma, dissociazione, perversioni. Teoria e Tecnica”. Sabato 16 Nov. 2013 Aula Magna della Scuola Superiore S.Anna. Piazza Martiri della Libertà, Pisa. Nonostante siano molto studiate in psicoanalisi, le perversioni, e in particolare il feticismo, hanno tuttora uno statuto incerto. Questo lavoro, che discute un caso clinico di feticismo, intende avanzare alcune ipotesi sulla natura di questo stato mentale, focalizzandosi in particolare sul tipo di piacere che il paziente ricava dal feticcio. Partendo dalla scissione e dal diniego, di cui Freud per primo aveva sottolineato l’importanza, metteremo in evidenza un aspetto significativo di questo paziente ossia la capacità di entrare in uno stato mentale immaginativo di cui il feticcio rappresenta il nucleo di un’esperienza quasi-delirante. Il piacere sovrasensuale Per definire il tipo di orgasmo che il masochista raggiunge, Sacher-Masoch, nel famoso romanzo “Venere in pelliccia”, impiega il termine “übersinnlich”. Questo vocabolo tedesco significa sia sovrasensibile sia sovrasensuale, termine che, in tutte le sue accezioni e sfumature, descrive un piacere sensuale speciale che travalica i limiti della percezione e della   …

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Capuano M. (2013). Stalking: tra delirio e perversione.

Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica “Trauma, dissociazione, perversioni. Teoria e Tecnica”. Sabato 16 Nov. 2013 Aula Magna della Scuola Superiore S.Anna. Piazza Martiri della Libertà, Pisa.   Il termine in italiano si può tradurre con “Molestie Assillanti”, ma la parola inglese comunemente usata indica con maggiore precisione l’attività che contraddistingue il fenomeno; fare la posta, braccare che comprende appunto l’aspettare, l’inseguire, l’appostarsi, il raccogliere informazioni sulla vittima, sui suoi spostamenti, insomma una vera e propria caccia, una attività continua e ripetuta. Lo stalker è colui/colei che mette in atto questi comportamenti su una vittima prescelta, che può essere sia conosciuta che no, con comunicazioni intrusive e/o comportamenti intrusivi reiterati nel tempo che producono nella vittima un grave stato di ansia e paura fino alla cronicizzazione con peggioramento sintomatologico e restrizione della vita. In una escalation la situazione, che è già violenta di per sé, può sfociare in alcuni casi nell’aggressione fisica della vittima Oggi lo stalking sembra allargarsi sempre di più ad aree per lo meno apparentemente estranee alla sfera psichiatrica, e questo …

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Carpi Lapi S. (2013). Genitori adottivi e figli adolescenti. Intervento nella Tavola Rotonda del Seminario “Diventare genitori e aver bisogno di aiuto”

Relazione presentata nella Tavola Rotonda del Seminario AFPP CSMH – AMHPPIA SIPP SPI “Diventare genitori e aver bisogno di aiuto”   7 Dicembre 2013 ore 8.30 – Istituto Stensen, Viale Don Minzoni, 25/a – Firenze   Intervento pubblicato per gentile concessione dell’Autrice   “Durante l’adolescenza, i figli adottivi non sono come tutti gli altri, per quanto si faccia finta che invece lo siano”: questa affermazione di Winnicott (1) può sembrare categorica (soprattutto se riferita fuori dal contesto) ma svela in realtà un aspetto importante delle problematiche adottive, costruire una relazione genitori-figli che ha il suo punto d’origine nella diversità, nell’incontro fra vite precedentemente lontane. Tutto il “lavoro” che i genitori e il bambino portano avanti, fin dal primo momento che si incontrano, e naturalmente con livelli di consapevolezza diversi, mira a colmare questa distanza, attraverso i gesti quotidiani che avvicinano, lo stratificarsi di ricordi e vissuti condivisi, la conoscenza reciproca e il reciproco attaccamento affettivo. Rimane tuttavia il punto di partenza, che marca una differenza: per il bambino rappresenta il trauma precoce della separazione dalla …

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Boccara P. (2013). Quando i fenomeni clinici possiedono il gruppo di lavoro.

Testo della relazione presentata nel terzo seminario del ciclo ASL-SPI “Claustrofilia-claustrofobia: quando la relazione di cura non si trasforma” (8 Nov, 22 Nov, 06 Dic 013) che pubblichiamo per gentile concessione dell’autore. Sala del Giardino d’Inverno, Istituto Montedomini, Via de’ Malcontenti 6 Firenze   I SERVIZI   Il panorama concreto e psichico a cui gli operatori dei servizi pubblici (psicoanalisti e non) assistono oggi, è nel tempo molto cambiato ed è spesso inasprito dagli eventi. Tutto sembra mutare ( e muta davvero) e il contesto in cui lavoriamo si riscrive in codici che prima sembravano impensabili e che invece ora diventano sempre più evidenti nel giorno dopo giorno. Se in questo particolare momento (come da trent’anni a questa parte) serve difendere con forza e convinzione (senza mai cedere a fantasmi ideologici) la riforma psichiatrica, occorre però costruire comunque il futuro, ma nel farlo non possiamo solo proteggere il passato o crogiolarsi nel rimpianto della fantasia del non avvenuto. Per costruire il futuro credo che sia indispensabile ridefinire la nostra soggettività. Sono convinto che è necessario …

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Narracci A. (2013). Quando il multifamiliare diventa possibilità di esperienza e di pensiero.

  Testo della relazione presentata nel terzo seminario del ciclo ASL-SPI “Claustrofilia-claustrofobia: quando la relazione di cura non si trasforma” (8 Nov, 22 Nov, 06 Dic 013) che pubblichiamo per gentile concessione dell’autore Sala del Giardino d’Inverno, Istituto Montedomini, Via de’ Malcontenti 6 Firenze  Tre ipotesi La minorità non è un fatto anagrafico: consiste piuttosto in una carenza decisiva quale è “l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro”. La si può superare soltanto rifiutando la tipica subordinazione filiale. ( Immanuel Kant – Berlinische Monatsschrift, 1784)   Ipotesi teorica: l’assunzione di una ipotesi teorica psicoanalitica permette di reimpostare dalle fondamenta la ricostruzione degli eventi che hanno preceduto l’insorgere della patologia psichiatrica grave e, quindi, il loro significato.   Vedendo all’opera giovani psichiatri, appare chiaro che essi osservano la realtà attraverso un filtro che è costituito dalla convinzione di dover prendere un atteggiamento di dubbio e di critica nei confronti delle opinioni dei pazienti e dei loro familiari, anche se in misura minore nei confronti di questi ultimi. Sembra che siano convinti, …

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