Tutti gli articoli della categoria: Archivio relazioni

In questa sezione si trovano i materiali dei seminari organizzati dal Centro Psicoanalitico di Firenze

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Calamandrei S. (2016) La parola psicoanalitica e il cambiamento

Testo della relazione presentata nel seminario “Il lavoro della parola nella psicoanalisi di Stefania Turillazzi Manfredi” (Firenze, 3 Dicembre 2016) che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autore.   La Dottoressa Stefania Manfredi ha sempre avuto un particolare interesse per la comprensione degli aspetti terapeutici della nostra disciplina, fin da quando introdusse in Italia l’articolo di Strachey, “La natura dell’azione terapeutica della psicoanalisi” che definiva teoricamente la cosiddetta interpretazione “mutativa”, facendolo pubblicare sulla Rivista di Psicoanalisi. Se ripercorriamo le sue pubblicazioni, i suoi interventi, i seminari effettuati ed i ricordi di tutti noi, possiamo ritrovare un filo rosso che ha incessantemente condotto il suo pensiero, che l’ha spinta ad indagare e a cercare di teorizzare, continuamente, quali fossero le componenti terapeutiche e i fattori capaci di indurre un positivo cambiamento nella psicologia dei pazienti. Proverò a seguire questo filo e ad esplicitare quello che, in me, questo percorso ha generato, provando anche ad ipotizzare alcuni possibili sviluppi. Il lavoro di Strachey analizza quali siano gli effetti terapeutici della psicoanalisi,  evidenziando come questa operi principalmente sull’analisi della resistenza …

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Chiari P. (2016). L’insegnamento delle parole: in ricordo di Stefania Manfredi

Testo della relazione presentata nel seminario “Il lavoro della parola nella psicoanalisi di Stefania Turillazzi Manfredi” (Firenze, 3 Dicembre 2016) che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autore. Per ricordare e onorare l’attività teorico clinica  svolta da Stefania Manfredi  Turillazzi  farò riferimento, non tanto ai suoi scritti, ma alla mia esperienza di alcuni anni fa come allievo spontaneo ai suoi seminari clinico-teorici. La scelta mi è parsa obbligata perché Stefania Manfredi ha approfondito alcuni concetti fondamentali della psicoanalisi nella loro articolazione tra la teoria e la teoria della tecnica ed era anche molto interessata ai giovani che iniziavano a  fare gli psicoanalisti. Era consapevole che il solo training non è sufficiente, che occorrono molti anni perché si passi da “fare “ lo psicoanalista a e sentire di “essere” uno psicoanalista. Siamo stati  in tanti ad imparare da lei , molti prima , altri  dopo di me. L’ esperienza dunque a cui farò riferimento  si colloca tra 1998-2004,  anni nei quali, terminato il training e lasciati i supervisori cominciavo a partecipare alla vita del Centro Milanese che un …

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Guerrini Degl’Innocenti B. (2016). Introduzione al seminario “Ripensare l’inconscio”

Francesco Conrotto dialoga con Amedeo Falci, Mario Rossi Monti, Benedetta Guerrini Degl’Innocenti (Firenze, Ist.Stensen 15 Ott 2016) che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autrice.   Benvenuti a questo seminario organizzato dal CPF che rientra in una serie di seminari che da qualche anno abbiamo portato avanti scegliendo temi psicoanalitici che di volta in volta ci sembrava necessitassero di una riflessione e di un approfondimento, e lo abbiamo fatto a partire dal libro di un collega recentemente uscito sull’argomento. Come ricorderete abbiamo parlato di adolescenza con Goisis, di violenza e di antisocialità con Maggiolini e Saottini, di corpo e di disturbi alimentari con Carla Busato, di Narcisismo con Marina Breccia, di tecnologia virtuale con Andrea Marzi e oggi abbiamo scelto l’argomento più psicoanalitico che ci sia e parleremo di inconscio. Questa scelta ci è stata appunto favorita dalla pubblicazione del libro di Francesco Conrotto “Ripensare l’inconscio”, che ringraziamo per aver accettato il nostro invito. Questo suo titolo incontrava infatti perfettamente quella che era la nostra idea di ripensare appunto al concetto di inconscio, facendo una riflessione che …

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Conrotto F. (2016). Ripensare l’inconscio.

Testo della relazione presentata nel seminario “Ripensare l’inconscio”. Francesco Conrotto dialoga con Amedeo Falci, Mario Rossi Monti, Benedetta Guerrini Degl’Innocenti (Firenze, Ist.Stensen 15 Ott 2016) che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autore. In primo luogo ringrazio il Centro Psicoanalitico di Firenze, il suo Presidente e il suo Segretario Scientifico per questo invito e tutti i presenti che sono voluti venire ad ascoltarmi. Come sappiamo l’argomento della giornata è complesso e impegnativo. Pertanto, non immagino di poterlo svolgere in maniera esaustiva ma mi riprometto di individuare alcuni temi che mi sembrano assai rilevanti. Benché l’idea di inconscio sia stata presente nel pensiero filosofico occidentale quantomeno da Leibnitz, quello di cui ci occuperemo è l’inconscio nella prospettiva della psicoanalisi. Nei primi lavori di Freud, l’inconscio era identificato con il “rimosso”, cioè con il prodotto della espulsione dalla coscienza di pensieri e desideri, ritenuti inaccettabili da parte dell’Io cosciente. Per ora, possiamo continuare a concordare con questa visione di Freud, anche se, nel prosieguo di questa riflessione, ritorneremo sull’argomento per tentare di chiarire il senso di questa  inaccettabilità, da parte …

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Nicasi S. (2016). Commento del caso clinico di A.: “Lavorare con la complessa combinazione delle dinamiche paranoide e masochistica: un caso clinico” presentato da N.McWilliams (Giorn. di Studio con A.Ferruta e N.McWilliams, 17 sett 2016)

COMMENTO al caso clinico di A. (*): “Lavorare con la complessa combinazione delle dinamiche paranoide e masochistica: un caso clinico” presentato da Nancy McWilliams nella Giornata di Studio “Lo spettro della follia – diagnosi e storie cliniche” (Firenze, 17 settembre 2016). (*) N.B. Il caso clinico non viene pubblicato per motivi di riservatezza. “La diagnosi è il processo di raccolta e di organizzazione delle informazioni sul paziente col fine di raggiungere una migliore comprensione della persona, un processo che nella mente del clinico rimane indispensabile per poter assumere decisioni terapeutiche” (Sarno e Caretti, 1994, 7): l’Introduzione all’edizione italiana de La diagnosi psicoanalitica si apre con questa affermazione nella quale le parole chiave mi sembrano processo, persona, decisioni. La diagnosi ha carattere e andamento processuale nel senso che, sulla base di un’impressione iniziale, talora basata su una sorta di istantanea percettiva secondo i fenomenologi, si va costruendo, modificando e affinando nel tempo e nella relazione con il paziente. Secondo una bella metafora di Mario Rossi Monti, assomiglia di più a un filmato che a una fotografia. …

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D’Agostini C. (2016). Presentazione della Giornata di Studio con A.Ferruta e N.McWilliams (17 Sett 2016).

Presentazione della Giornata di Studio “Lo spettro della follia – diagnosi e storie cliniche” (Firenze, 17 settembre 2016) Le 4 associazioni Psicoanalitiche fiorentine (AFPP, CPF/SPI, CSMH/AMHPIA, SIPP) forse uniche in Italia, da ormai 6 anni organizzano  2/3 seminari l’anno  con l’obiettivo comune di promuovere il confronto nella formazione,  nella ricerca  e soprattutto nella clinica in area psicoanalitica/psicoterapica. Stiamo attualmente preparando i seminari del 2017  di cui vi daremo notizia non appena il programma sarà definito esattamente. Siamo giunti oggi a questo importante incontro con Nancy McWilliams  e Anna Ferruta incentrato sulle problematiche della diagnosi anche sullo sfondo della prossima pubblicazione del PDM-2. Nancy  McWilliams non ha certamente bisogno di alcuna presentazione. I suoi libri sono stati letti da schiere di lettori che vi hanno trovato fonte di riflessione e di illuminante chiarezza. Pure è tradizione delle nostre Associazioni dare alcuni cenni biografici dei relatori. Nancy  McWilliams Insegna alla Rutgers University E autrice di d numerosissimi articoli e libri tra i quali: – Psycho-analytic Case Formulation (1999), Guilford Press – La  Diagnosi Psicoanalitica (1994;    Rev 2011) …

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McWilliams N. (2016). Lo spettro della psicosi: implicazioni cliniche del considerare la psicosi dmensionalmente.

Testo della relazione presentata nella Giornata di Studio “Lo spettro della follia – diagnosi e storie cliniche” (Firenze, 17 settembre 2016), che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autrice.  Inizierò con una panoramica sul background dei nostri sistemi diagnostici contemporanei. Dopo avere approfondito l’evoluzione delle pratiche tassonomiche del 21° secolo, sosterrò che sia per scopi clinici che di ricerca, dobbiamo mantenere una visione dimensionale della psicosi accanto ai concetti di categorie che hanno dominato le decadi passate della nosologia psichiatrica.     Contesto Storico   Le revisioni degli ultimi quarant’anni delle nostre categorie diagnostiche principali, il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali della American Psychiatric Association (DSM) e la Classificazione Internazionale delle Malattie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (ICD), avevano lo scopo di aprire la strada per una comprensione più piena della demografia della sofferenza psicologica e di migliorare la ricerca sulle potenziali terapie per specifici problemi di salute mentale. Le revisioni si proponevano anche lo scopo di creare un linguaggio “neo-kraepeliniano”, deliberatamente ateoretico e universale, attraverso cui medici e studiosi di diversi orientamenti teorici potessero usare …

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Ferruta A. (2016). Diagnosi e setting come primo atto di cura

Testo della relazione presentata nella Giornata di Studio “Lo spettro della follia – diagnosi e storie cliniche” (Firenze, 17 settembre 2016), che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autrice. La ricerca di una diagnosi oggettivante e la precipitosa spinta a un’immediata presa in carico annientante la soggettività del paziente spesso si scontrano nella mente del terapeuta che incontra per la prima volta un caso che presenta aspetti patologici di una certa gravità. La risultante di questo scontro interiore può essere un’incertezza paralizzante: da un lato il terapeuta va alla ricerca di uno schema diagnostico con il quale mettere a distanza il caso clinico, da un altro lato si sente attraversato dalle proiezioni potenti di una richiesta di aiuto, che riconosce autentica e pressante, da parte di una persona alla ricerca di un contenitore vivente. Eppure una dimensione relazionale specifica per potere comunicare con quel paziente deve essere trovata, nella forma di un inquadramento clinico che scaturisca dalle prime dinamiche di un incontro tra due persone. E’ sull’importanza critica del primo incontro (inteso come una o più sedute …

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Graziani G. (2016) Resoconto del seminario “ll costrutto dell’intersoggettività: dialogo fra Psicoanalisi e Neuroscienze”

Oramai da qualche anno è consuetudine del CPF organizzare, all’interno del proprio calendario scientifico, alcune giornate di studio assieme alle associazioni di psicoterapia analitica operanti nell’area fiorentina: AMHPPIA, AFPP, SIPP. La filosofia di queste giornate poggia su un dialogo ritenuto fruttuoso tra professionisti con medesimo background e anche su una sinergia organizzativa tale da incidere significativamente sulla diffusione del pensiero analitico in ambito territoriale.  A conferma di tali propositi possono intendersi l’alta affluenza di pubblico e la ricchezza di contenuti espressi nel corso del seminario interassociativo del 26 gennaio 2016 presso l’Istituto Stensen di Firenze. Il seminario dal titolo “Il costrutto dell’intersoggettività: dialogo tra Psicoanalisi e Neuroscienze” ha avuto come relatori Vittorio Gallese e Tiziana Bastianini, mentre la funzione di moderatore è stata assegnata a Gianfranco Buonfiglio. VITTORIO GALLESE: “SE’ CORPOREO E INTERSOGGETTIVITA’: SPUNTI DI UN DIALOGO TRA NEUROSCIENZE E PSICOANALISI Riassumere in pochissime pagine il lavoro di Gallese non è assolutamente facile, si cercheranno la massima chiarezza e sintesi e, per non appesantire la lettura, due aree del suo intervento ( sviluppo infantile e …

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