Bonaminio V. (2017) La pazzia della madre che appare nel materiale clinico come fattore ego-alieno
Testo della relazione presentata al convegno “Integrazione e spazio clinico: Winnicott oggi”. Prato 23 settembre 2017, che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autore. Così esordisce Winnicott : “In un mio recente caso l’improvvisa intrusione di materiale «estraneo» dovette essere notata, capita e interpretata.” Si noti subito per intanto il significato epistemologico, oltre che tecnico, della sequenza “notare, capire, interpretare” La velocità con cui Winnicott, in modo fulmineo, condensa i processi conoscitivi (epistemologici) dell’analista che transitano dentro di lui fino all’interpretazione per raggiungere il paziente, riassume, per me in modo. Mirabile, l’essenza del processo psicoanalitico osservato dal vertice dell’epistemologia del caso. Aggiungerei a queste riflessioni quella sull’insistenza sul verbo non optativo, ma “imperativo” dovette che ci dice molto, a mio avviso, del “compito e della responsabilità dell’analista di fronte al paziente. “Il paziente era un bambino di sei anni che mi fu inviato perché non riusciva a usare la sua brillante intelligenza e invece mordeva fino a romperli i guanti, il cappotto, la cravatta e il maglione e defecava solo in un vaso vicino a quello dei genitori. Inoltre esigeva …
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