Tutti gli articoli della categoria: Archivio relazioni

In questa sezione si trovano i materiali dei seminari organizzati dal Centro Psicoanalitico di Firenze

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Hautmann G. (2007) Spunti di riflessione su alcuni aspetti del pensiero di Giovanni Hautmann

Che cosa fa, parafrasando Bion de “Gli elementi della psicoanalisi”, di un’esperienza, un’esperienza psicoanalitica? Domanda, questa, che potremmo riformulare anche scomponendola nei seguenti modi: Quali sono le condizioni specifiche per le quali l’esperienza psicoanalitica possa definirsi tale, e come tale costituirsi? E, dunque, in che consiste, in fondo, un’esperienza psicoanalitica? Ed ancora, in che modo di una simile esperienza può darsi comunicazione al di fuori di essa stessa? La tensione conoscitiva ed anche etica che da un lato sottende questo triplice piano di interrogativi ed a cui dall’altro il tentare di proporvi risposte impegna, è ciò che impronta di sé, mi pare, tutto il pensiero psicoanalitico di Giovanni Hautmann, per come esso si dispiega, nei suoi scritti, dalla fine degli anni ’60 – primi anni ’70, ad oggi; oltre ad animare il suo lavoro clinico, instancabilmente ed invidiabilmente appassionato, concepito come indissolubile dalla dimensione teorica. Seguire, di questa riflessione di Giovanni Hautmann, il filo nel suo progressivo estendersi ed approfondirsi, per come esso si è dipanato, dall’incontro ora coi pazienti – lungo l’oscillazione delle dimensioni …

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Maestro S. (2007) La psicoanalisi in Toscana: storia e geografia del Centro Psicoanalitico di Firenze

  La storia del Centro fiorentino è la storia della nascita di un gruppo e tutti noi sappiamo quanto lo studio della gruppalità, nelle sue svariate declinazioni rappresenti uno degli assunti teorici più forti del pensiero di Giovanni Hautmann ed uno dei temi a lui più cari. Il Centro Psicoanalitico di Firenze fu costituito da Giovanni Hautmann, Stefania Manfredi Turillazzi, Arrigo Bigi, Giordano Fossi, Franco Mori in una riunione nel Viale Lavagnini 43, l’otto maggio 1974 alle 21:30. Nell’occasione fu compilato ed approvato all’unanimità lo statuto allegato al verbale costitutivo del Centro, e furono eletti, sempre all’unanimità, Hautmann presidente e Manfredi segretario scientifico. E così partì la storia istituzionale della Psicoanalisi fiorentina. Gli inizi della storia del Centro sono tuttavia connessi con la sua preistoria, vale a dire con l’avventura psicoanalitica individuale dei soci fondatori e di coloro che subito dopo vi si aggiunsero. La preistoria, ricostruita attraverso le interviste dei nostri soci fondatori è interessante perché suggerisce intersezioni precoci e inaspettate e probabilmente sta alla base dell’impalpabile trasmissione del patrimonio analitico di cui si …

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Convegno in onore di Giovanni Hautmann

Intervento di Anna Ferruta al Convegno in onore di Giovanni Hautmann – Firenze 24 marzo 2007 – Il mio incontro con Giovanni Hautmann è avvenuto soprattutto attraverso la lettura dei suoi scritti, un’attività importante nella trasmissione della psicoanalisi alle altre generazioni e di questo gli sono grata: scrivere aiuta a pensare e lascia tracce. Non c’è solo il transfert… Del suo contributo allo sviluppo della psicoanalisi vorrei mettere in luce soprattutto l’inquieto e sereno equilibrio con il quale Hautmann si è sempre affacciato sull’ignoto, su ciò che non è ancora conosciuto, invece di sostare tranquillamente nelle certezze acquisite. Nel suo pensiero si incontra continuamente la coesistenza di aspetti contrastanti che convivono senza elidersi, in un quadro di rigore e di ricerca sui modi di funzionamento della mente. Mi piace mettere in luce in particolare tre dimensioni dell’ignoto che ha amato sviluppare: Pensare per immagini Hautmann si è interessato a come si forma la pellicola di pensiero che permette un inizio di simbolizzazione di sensazioni ed emozioni non pensabili, individuando nel significante che le struttura per …

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Badoni M. (2006). Incontro al transfert

Testo presentato ai SEMINARI CLINICI 2006 DEL CENTRO PSICOANALITICO DI FIRENZE sul CONTROTRANSFERT, Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”, Via S. Egidio 23/1 Firenze – Sabato 1 Aprile 2006 “Ancora. Un poco di sè emerso. Da qualche parte emerso. Dapprima lo spirito solo. Un pò di spirito soltanto. Peggio poi emerso anche il corpo. Anche un po’ di corpo. Si che alla fine gli occhi non invitati s’aprano” S. Beckett da ” Soffitto” in: Per finire ancora Quando mi è stato chiesto di partecipare a questi vostri incontri vi ho inviato un mio lavoro sul transfert e, in particolare, su aspetti primari e primitivi del transfert che mi hanno indotto a parlare di transfert tirannico. So che voi avete impostato le vostre riflessioni sul controtransfert; mi è parso allora utile guardare al mio materiale da un altro vertice: ho scelto per queste riflessioni il titolo di “incontro al transfert”. Mi sembra in effetti difficile, dopo Bion, limitarsi alla dialettica transfert/controtransfert senza interrogarsi sul lavoro di trasformazione che avviene nella mente dell’analista quando entra …

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Semi A.A. (2006). Il transfert e le comunicazioni inconsce: un punto di vista freudiano sul narcisismo

Testo presentato ai SEMINARI CLINICI 2006 DEL CENTRO PSICOANALITICO DI FIRENZE sul CONTROTRANSFERT Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”, Via S. Egidio 23/1 Firenze – Sabato 25 febbraio 2006 Oggi credo e in un certo senso spero di deludervi, perché penso che molte delle cose che dirò siano scontate. Studiamo tutti da parecchi anni la nostra psicoanalisi e dunque, fortunatamente, abbiamo alle spalle letture e studi in una certa parte comuni – soprattutto nella parte freudiana. Ma la delusione può venire anche da un’altra fonte, perché penso anche che la teoria freudiana del transfert sia di per sé una teoria che si colloca – per usare un luogo comune freudiano – al di là del principio di piacere, ossia che si tratti di una teoria insoddisfacente, in tutti i sensi. Da ogni teoria, in fondo, ci attendiamo un qualche appagamento di desiderio, ci attendiamo che si introduca chiarezza là dove c’era oscurità, coerenza là dov’era disordine e così via, fino anche ad accontentarci di una maggiore chiarezza nel porre il problema, nel suscitare …

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Sessarego A. (2006). La distanza nel controtransfert

Testo presentato ai SEMINARI CLINICI 2006 DEL CENTRO PSICOANALITICO DI FIRENZE sul CONTROTRANSFERT, Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria”, Via S. Egidio 23/1 Firenze – Sabato 1 Aprile 2006 Ad Annalise Ho avuto la tentazione di aprire questo seminario con un bellissimo brano di Bion tratto dai “Seminari Brasiliani”. Rileggendo però il lavoro di Winnicott “Il controtransfert” ho trovato un passo che spiegava in modo chiaro, e per me ampiamente condivisibile, quello che succede ad un analista in seduta. Ho avuto la tentazione di leggervi anche quello. Non si può evitare di citare diversi autori, ma ho pensato che il gran numero di studi su questo argomento, interessanti e per così dire progressivi, nel loro svolgersi, hanno un senso se scelti, letti e riflettuti alla luce delle proprie esperienze. Quindi quello che io posso portarvi qui non sono e non potrebbero essere le loro parole, ma ciò che io ho letto nelle loro parole. Un’ampia rassegna degli studi sull’argomento la possiamo trovare su un testo classico: I Fondamenti della Tecnica Psicoanalitica di H. …

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Tavazza G. (2006). La funzione genitoriale tra stabilità e cambiamento

Seminari ASL-SPI Firenze Firenze 31 Marzo 06 Appena finite le mani, Geppetto sentì portarsi via la parrucca dal capo. Si voltò in su, e che cosa vide? Vide la sua parrucca gialla in mano del burattino. “Pinocchio! Rendimi subito la parrucca!” E Pinocchio invece di rendergli la parrucca se la messe in capo per sé, rimanendovi sotto mezzo affogato. A quel garbo insolente e derisorio, Geppetto si fece triste e melanconico, come non era stato mai in vita sua: […] E si asciugò una lacrima. Carlo Collodi. Pinocchio Introduzione I genitori sono i soggetti più esposti a quello che possiamo definire il lavoro del lutto in quanto inderogabilmente esposti a fare i conti con quei sentimenti di delusione che gli “oggetti” procurano. E’ a questo scenario che allude la citazione: quello scarto inevitabile tra il bambino reale e il bambino immaginario, tra ciò che è noto e ciò che è estraneo da noi, quindi perturbante. Il genitore si trova a vivere una tensione costante tra l’investire sui propri figli e al tempo stesso vigilare che …

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Bolognini S. (2005). Transfert: erotizzato, erotico, amoroso, amorevole

Testo presentato al primo seminario su “DIFFICOLTA’ NELLO SVILUPPO DEL PROCESSO TERAPEUTICO E PROBLEMI DI CONDUZIONE DEL TRATTAMENTO” Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria” Via S. Egidio 23/1 Firenze Sabato 12 Marzo 2005 “Quanto allo psicoanalista, egli sa bene di lavorare con forze altamente esplosive e di dover procedere con le stesse cautele e la stessa coscienziosità del chimico. Ma quando mai si è interdetto al chimico l’uso delle sostanze esplosive che gli sono necessarie per l’opera sua, a cagione della loro pericolosità?” (S. Freud, Osservazioni sull’amore di transfert, 1914) La storia del movimento psicoanalitico, e in molti casi le testimonianze di parte di alcuni suoi protagonisti, rendono evidente come le vicissitudini del transfert erotico e dei suoi correlati controtransferali costituiscano al contempo un potente motore, una specifica ‘costellazione di difese e più in generale una sorta di area ad alto rischio dell’esperienza psicoanalitica, potenzialmente fertilissima di sviluppi trasfor;mativi e maturativi, ma altrettanto esposta all’eventualità di naufragi rovinosi e inaspettati. Sono conscio di quanto l’argomento sia delicato, complesso, e di come esso sia …

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Erlich H.E. (2005). Der mann moses e l’uomo Freud: identita’ psicoanalitica e antisemitismo

H. Shmuel Erlich, Ph.D. L’ebraismo di Freud non è mai stato messo in discussione. La sua posizione anti-religiosa, i suoi dubbi e timori riguardo al movimento sionista e alla sua fattibilità politica, e i suoi decisi sforzi verso l’universalismo scientifico tutto ciò non ha potuto mascherare nè sradicare il profondo ed essenziale nucleo ebraico della sua identità. Nella prefazione che egli scrisse per l’edizione ebraica di Totem e Tabù egli lo ha affermato chiaramente: “Per nessuno dei lettori [dell’edizione ebraica] di questo libro sarà facile immedesimarsi nell’atteggiamento emotivo dell’autore, che non conosce la lingua sacra, che si sente completamente estraneo alla religione dei padri come ad ogni altra religione peraltro e che non riesce a far propri gli ideali nazionalistici pur non avendo mai rinnegato l’appartenenza al suo popolo e sentendo come ebraico il proprio particolare modo d’essere che non desidera diverso da quello che è. Se gli venisse rivolta la domanda: “Dal momento che hai lasciato cadere tutti questi elementi che ti accomunano ai tuoi connazionali, cosa ti è rimasto di ebraico?’, la mia …

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Fonda P. (2005). Due volte alla settimana: interrogativi

Testo del seminario presentato il 27 maggio 2005 presso il Centro Psicoanalitico di Firenze, che pubblichiamo per gentile concessione dell’Autore. Visto il tempo limitato che abbiamo a disposizione per un argomento così ampio, vorrei prima circoscrivere il campo e sgombrarlo da alcuni equivoci che spesso intasano le discussioni su questo tema. I trattamenti a due volte alla settimana sono molto frequenti, se non rappresentano addirittura la gran parte dell’attività, sia degli psicoterapeuti ad orientamento psicoanalitico, che di quella di molti analisti. Un problema che si pone, e sul quale vorrei centrare queste riflessioni, è se – o quanto – alcuni di tali trattamenti possano essere considerati delle analisi. Più in generale porrei l’interrogativo, che cosa avviene in realtà in questi trattamenti. Interrogarsi su ciò mi sembra indispensabile, non solo perchè riguarda una buona parte del nostro lavoro, della quale si tende a parlare poco, ma anche perchè, il rifletterci, ci costringe a precisare meglio il significato di certi parametri della tecnica psicoanalitica, che altrimenti rischiano di restare nell’ombra dello scontato e dell’ovvio, nella tautologia del …

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