Tutti gli articoli della categoria: Archivio relazioni

In questa sezione si trovano i materiali dei seminari organizzati dal Centro Psicoanalitico di Firenze

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Gori G. (2011). Gli anziani e la morte: vissuti e fantasie.

Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica – “Invecchiare, evoluzione e trasformazione del Sè” di Danielle Quinodoz Accademia “La Colombaria” – Sabato 22 Ottobre 2011 Quando  un soggetto anziano si viene a trovare al confine tra la vita e la morte   spesso sentiamo dire “ ha vissuto a lungo” oppure “ ha raggiunto l’età per morire”. Espressioni simili, anche nel linguaggio della vita quotidiana, sembrano testimoniare che, almeno per gli altri, la morte di una persona anziana, sia un evento accettato in modo naturale. D’altra parte nella nostra vita l’immagine della morte si forma precocemente nell’infanzia ed è prevalentemente quella di un vecchio, per lo piu’ di un nonno, la prima che ci capita di sperimentare come una nuova, inevitabile dimensione della vita. Anche in taluni soggetti anziani la morte in definitiva è  quella degli altri, l’esperienza esprimibile è quella della morte oggettiva, la visione di un corpo senza vita, mentre impensabile e non sperimentabile è la morte soggettiva. La morte è una esperienza di cui nessuno ha potuto fornire testimonianza diretta, e sfugge radicalmente al …

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Nicolini C. e Zordan L. (2011). Regressione e investimento libidico nell’età anziana.

Relazioni presentate al seminario di Formazione Psicoanalitica – “Invecchiare, evoluzione e trasformazione del Sè” di Danielle Quinodoz Accademia “La Colombaria” – Sabato 22 Ottobre 2011 Chiara Nicolini e Luca Zordan Regressione e investimento libidico nell’età anziana “Quanto buon carattere e umorismo ci vogliono per sopportare l’orribile avanzare della vecchiaia”. Così scriveva Freud nel Maggio del 1935 a Lou Andreas Salomè. Di buon carattere e umorismo ce ne vuole molto, troppo forse, per Freud che, nella lettera a Lou Salomè, sottolinea il peso e i lati oscuri della vecchiaia. Lou muore nel 1937. Le sue lettere, nel lungo carteggio intrattenuto con Freud dal 1912 al 1936, sono ricche di affermazioni sulle sorprese che insperatamente la vecchiaia può offrire. In esse Lou esprime la sua gioia nell’avvertire che gli avvenimenti si tramutano in esperienza interiore, convinta che questo processo sia possibile proprio per l’età avanzata. Gli incomodi rappresentano il rovescio della medaglia, ma, a dispetto di questi, è veramente bello invecchiare. Se comprendiamo la vecchiaia in continuità con gli altri periodi della vita riconosciamo che, come vi sono …

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Civitarese G. (2012). Il corpo che brucia

Giuseppe Civitarese – Da La violenza delle emozioni. Bion e la psicoanalisi postbioniana, Raffaello Cortina, Milano 2011. Realzione presentata al Seminario “Narcisismo e ipocondria”  (2012) IL CORPO CHE BRUCIA PERCEZIONE DELLE QUALITÀ PSICHICHE E IPOCONDRIA Congederemo X dicendo: “Oh, è terribilmente ipocondriaco” – fine; grazie a Dio non dovremo più preoccuparcene? O dovremmo ascoltare ciò che dice? Dovremmo esporci a quello che un simile individuo tenta di comunicare? wilfred r. bion, Seminari Tavistock IDENTITÀ PERFORMATIVE L’Io, come afferma Freud in una nota aggiunta nel 1927 alla tradu- zione inglese di L’Io e l’Es, “è in definitiva derivato da sensazioni corpo- ree, soprattutto dalle sensazioni provenienti dalla superficie del corpo. Esso può dunque venir considerato come una proiezione psichica della superficie del corpo […] l’Io cosciente […] è prima di ogni altra cosa un Io-corpo” (1922, pp. 488-489). Questa nozione, che lega in modo indissolubile mente e corpo, è ormai acquisita. Meno scontata è, invece, l’idea che il corpo a sua volta è “prodotto” sin dalla nascita. Sensazioni e percezioni non sono pure o naturali, ma …

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Sessarego A. (2012). Commento a Civitarese 2012 (“Solo i ladri e gli zingari”)

Commento alla relazione del Dott. Civitarese dal titolo: “Il corpo che brucia: percezioni delle qualità psichiche ed ipocondria” Per introdurre l’ipocondria partirò dalla sua definizione in psichiatria, secondo il DSM IV l’ipocondria è classificata all’interno dei Disturbi Somatoformi (insieme al disturbo di somatizzazione, al disturbo algico ed al disturbo del dimorfismo corporeo) definiti per “ la presenza di sintomi fisici che fanno pensare ad una condizione medica generale, ma che non sono invece giustificati dalla condizione medica generale”. Una serie di criteri definiscono l’ipocondri riporto il primo “Criterio A: la caratteristica essenziale dell’ipocondria è la preoccupazione legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una grave malattia, basata sulla errata interpretazione di uno o più segni o sintomi fisici”. Nell’elenco successivo delle caratteristiche dell’ipocondria, due in particolare hanno attirato la mia attenzione, la prima è la sottolineatura del deterioramento del rapporto medico- paziente, i pazienti ipocondriaci ritengono di non essere capiti e di non ricevere cure appropriate. Generalmente il primo livello di intervento per il medico è rappresentato da rassicurazioni sullo stato di …

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Bonaminio V. (2012). L’installarsi della psiche nel corpo.

Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica – “Narcisismo e psicosomatica” di Vincenzo Bonaminio  Auditorium Ente Cassa di Risparmio, 17 Marzo 2012 L’INSTALLARSI DELLA PSICHE NEL CORPO. STATI DI INTEGRAZIONE, NON-INTEGRAZIONE E L’IDENTIFICAZIONE PRIMARIA Vincenzo Bonaminio, Roma Poor soul, the centre of my sinful earth, My sinful earth these rebel powers array, Why dost thou pine within and suffer dearth, Painting thy outward walls so costly gay? Why so large cost, having so short a lease, Dost thou upon thy fading mansion spend? 1 Povera anima, centro di mia creta peccatrice, Schiava di quei ribelli poveri che ti celano, Perché dentro sorridi e soffri fame Sì gaiamente fuori tue pareti adornando? Perché sì folli spese, con sì breve contratto, Sulla tua fuggevole dimora spandi? W. Shakespeare, Sonnet # 146 Esce di mano a lui che la vagheggia prima che sia, a guisa di fanciulla che piangendo e ridendo pargoleggia, l’anima semplicetta che sa nulla, salvo che, mossa da lieto fattore, volontier torna a ciò che la trastulla. Di picciol bene in pria sente sapore; quivi s’inganna, …

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Guerrini Degl’Innocenti B. (2012). Discussione della relazione di V.Bonaminio “L’Installarsi della psiche nel corpo: stati d’integrazione, non-integrazione, l’identificazione primaria”.

Discussione della relazione di Vincenzo Bonaminio “L’installarsi della psiche nel corpo: stati di integrazione, non-integrazione e l’identificazione primaria” Seminari Psicoanalitici, Firenze, 18 marzo 2012 Auditorium Ente Cassa di Risparmio, 17 Marzo 2012 Quando Stefano Calamandrei mi ha offerto di partecipare a questa giornata lasciandomi generosamente libera di scegliere di cosa parlare, mi sono sentita lusingata: perbacco, ho pensato, che occasione fantastica, partecipare a un seminario con Vincenzo Bonaminio! Perché Vincenzo è uno di quegli psicoanalisti che con i suoi lavori “buca lo schermo”, come si dice nel cinema. Al di là della dimestichezza con cui maneggia questioni teoriche assai complesse c’è la sua inimitabile capacità di raccontare storie. E i protagonisti delle sue storie restano impressi nella memoria che siano bimbi sperduti in cerca di una mente che gli restituisca qualcosa di sé, adolescenti confusi o adulti disorientati. Ma come avrete potuto notare, la chiarezza del suo pensiero e la leggerezza del suo stile non devono confondere: perché ogni suo testo è così denso di sfumature teoriche che solo dopo diverse letture se ne possono cogliere …

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Manfredi Gervasini R.A. (2012). Depressione senza oggetto.

  Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica – “Narcisismo e psicosomatica” di Vincenzo Bonaminio. Auditorium Ente Cassa di Risparmio, 17 Marzo 2012    “Come stai?” ho chiesto ieri a un amico e lui, come sovente accade, mi ha risposto: “Mi difendo”. Normalmente queste parole sarebbero passate inosservate, ma questa volta ho meditato su di esse. Mi difendo da cosa, a quale scopo? E’ un paranoico? Un visionario onnipotente che ritiene di potersi difendere da ogni attacco maligno alla salute? Un ossessivo alle prese con un nemico sempre in agguato? No, mi sono detta, è semplicemente un soggetto che ha una buona capacità di vivere il suo io sentendo che deve affrontare costantemente un conflitto, che vive quindi il suo essere con i suoi limiti, che ha un inconscio che riceve e trasmette, un preconscio in grado di rappresentare e legare le rappresentazioni , di cosa, di parola e di affetto, e che può trasmettere al conscio la speranza di farcela, con un sottofondo di depressione che in quelle parole non si cela del tutto. Depressione …

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Carnaroli F. (2010). Figure della sofferenza femminile oggi. Note a margine del libro “Figure del femminile”.

Francesco Carnaroli (2010), Figure della sofferenza femminile oggi. Note a margine del libro “Figure del femminile”. Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica – Firenze, La Colombaria, 6 febbraio 2010 Figure del Femminile 6 febbraio 2010 , La Colombaria, Firenze Seminario su Figure del femminile Intendo qui presentare alcune riflessioni sulla specificità della sofferenza psichica femminile nel nostro mondo contemporaneo occidentale. Lo farò soffermandomi su alcune configurazioni di relazioni oggettuali e su alcuni quadri clinici che sono stati descritti nel libro Figure del Femminile (a cura di Amalia Giuffrida). Nel leggerlo, si è colpiti dal fatto che vi emergano alcuni temi convergenti, nonostante la diversità delle griglie teoriche utilizzate dai 14 autori. Nella lettura complessiva dei capitoli (uno dei quali scritto da me) mi sono sentito stimolato dalla percezione di una non voluta, non cercata, non concordata convergenza. A mio parere forse l’aspetto più interessante del libro è che esso riesce a coniugare psiche e storia, mostrando alcune trasformazioni nel mondo interno femminile nel corso delle ultime generazioni. Tali trasformazioni mostrano come i cambiamenti ambientali …

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