Tutti gli articoli della categoria: Archivio relazioni

In questa sezione si trovano i materiali dei seminari organizzati dal Centro Psicoanalitico di Firenze

Ordina per Autori | Ordina per Seminari
 

Calamandrei S. (2012). Le dimensioni del silenzio come fattore terapeutico

C.P. F. – Convegno su “IL SILENZIO IN PSICOANALISI” – 6 Ottobre 2012 Nel mio intervento vorrei cercare di sintetizzare i significati e le modalità dell’uso terapeutico del silenzio da parte dell’analista; sarà una disamina necessariamente parziale perché questo strumento così importante, proprio per le sue caratteristiche, appare sfuggente ed enigmatico, ed in più cangiante a seconda del contesto in cui lo osserviamo. Quando cerchiamo di definirlo e pensiamo di aver colto un aspetto, in realtà vediamo solo una sfaccettatura, come per un diamante, sempre diversa, sempre valida, ma sempre parziale. Intanto bisogna considerare come la psicoanalisi si possa svolgere solamente in un luogo silenzioso, un luogo che favorisca la possibilità di comunicare, un luogo protetto, accogliente, in cui arrivano gli echi della vita che scorre in prossimità, non di silenzio assoluto. All’interno di questa atmosfera confortevole si dispiega il silenzio dell’analista, che è uno degli aspetti dell’accoglienza e del rispetto verso il paziente, e costituendo un aspetto sia tecnico che teorico fondante il processo psicoanalitico, perché è l’altra faccia della medaglia della regola fondamentale …

Leggi tutto

Lorito T. (2012). Il Silenzio disumano

Il silenzio disumano: aggressione e riparazione nelle dinamiche del silenzio Cercherò farvi intravedere una dinamica silenziosa che favorisce la disumanizzazione. Il mio interesse per questo tema si è andato costruendo negli anni, attraverso il pensiero sulla violenza, sui conflitti.   E’ scontato dire che il silenzio è una forma di comunicazione, ma se partiamo dal concetto che la comunicazione è sempre una strategia che ha l’obiettivo di modificare l’altro, allora possiamo trattare il silenzio come una strategia. Che sia una strategia difensiva è ben noto a noi psicoanalisti: diniego, negazione, rimozione, resistenza. Nel nostro lavoro quotidiano continuamente facciamo i conti con questi fenomeni, li riconosciamo, li maneggiamo, cerchiamo insieme ai nostri pazienti di superarli, di elaborarli. Penso però che il silenzio può anche essere un’arma di offesa il cui obiettivo è l’annientamento dell’altro, la sua disumanizzazione, il tentativo di ferire, di incidere sull’identità dell’altro. Penso, inoltre, che questa strategia è usata consapevolmente da violentatori, abusanti, torturatori, ecc., ma che, molto spesso, viene messa in atto da tutti noi inconsapevolmente. Salman Akthar identifica 5 tipi di …

Leggi tutto

Bigi A. (2012). Il silenzio dell’analista credente

C.P. F. – Convegno su “IL SILENZIO IN PSICOANALISI” – 6 Ottobre 2012   IL SILENZIO DELL’ ANALISTA CREDENTE – Arrigo Bigi Il titolo dell’intervento che mi è stato assegnato si presta a una riflessione preliminare. E’ vero che si accenna al silenzio, tema di fondo di tutto il convegno, ma lo si coniuga all’analista che viene descritto con un aggettivo qualificativo, credente. Non è raro , quando si parla di un dato psicoanalista, aggiungere una precisazione: è un analista freudiano, kleiniano, bioniano, junghiano, intersoggettivista. E l’elenco potrebbe continuare, data la multiforme espansione dei modelli teorico-clinici della psicoanalisi. Con queste qualificazioni intendiamo indicare come l’analista si muove nel suo lavoro clinico, quale modello teorico-clinico predilige, che cosa “fa”. Ma qui si parla di analista credente: chiaramente non riguarda un ruolo, cosa fa, quanto piuttosto che cosa “è”, qualcosa che trascende il suo lavoro come analista, che lo investe come persona, un suo segno identitario. Una persona che ha letto il programma del convegno mi ha detto: “Ho visto che lei parla dell’analista credente: ma…credente…come?” Quel lieve palese …

Leggi tutto

Ferruta A. (2012). Il silenzio è qualcuno che ascolta.

Anna Ferruta C.P. F. – Convegno su “IL SILENZIO IN PSICOANALISI” – 6 Ottobre 2012 Il silenzio è qualcuno che ascolta Il silenzio dell’analista in stanza di analisi è stato spesso oggetto di racconti con accenti ironici, paradossali, crudeli. Come se il silenzio dell’analista fosse simile a quello di una divinità inaccessibile alla cui attenzione deve essere rivolto lo sforzo dell’analizzando. Tale concezione rispecchia una dimensione dell’analisi non più attuale. La psicoanalisi è diventata relazionale, interattiva, intersoggettiva, al punto che l’analista non solo interviene spesso, ma parla di sé, delle sue emozioni, fa outing… E i pazienti finiscono per sentire troppe voci, dei persecutori, delle figure autorevoli, non interiorizzate ma proiettate all’esterno, e di altri ancora… Cerchiamo allora di addentrarci nelle voci del silenzio per capire qualcosa di più. Freud (1912) ha parlato della posizione mentale dell’analista come quella di uno specchio opaco, che porge l’ascolto del suo inconscio come un apparecchio ricevente pronto ad accogliere le comunicazioni del paziente, senza introdurvi interferenze proprie, in un ascolto dell’altro aperto, senza pregiudizi, come un organo ricevente. …

Leggi tutto

Guerrini Degl’Innocenti B. (2008). Dialogando con Sandra. “Relazioni pericolose”. In ricordo di S.Filippini

“Relazioni pericolose” – in ricordo di Sandra Filippini Dialogando con Sandra Benedetta Guerrini Degl’Innocenti Firenze, 13 dicembre 2008 Quello che io e Maria Ponsi vorremmo fare oggi è cercare un modo di pensare a Sandra senza commemorarla. Per farlo quindi non parleremo di lei, ma proveremo a parlare ancora una volta con lei attraverso le sue idee, ancora così vive e creative. Stamani dialogheremo con l’ultimo tema di riflessione di Sandra, che si è occupata però anche di molti altri “oggetti” psicoanalitici: il preconscio, il concetto di rappresentazione, l’enactment, ma sempre a partire da un’esigenza di definizione e delimitazione che contrastasse la tendenza, “non infrequente in psicoanalisi, allo slittamento fra piani logici diversi, per cui un fenomeno viene spesso confuso con la sua causa” (libro, nota a pag.23). Ci proponiamo, a partire dal libro di Sandra “le relazioni perverse”, di approfondire alcuni aspetti psicodinamici implicati nelle relazioni di maltrattamento all’interno della coppia eterosessuale ed in particolare quelli che a nostro avviso rappresentano i punti più originali e fecondi della sua teorizzazione: 1. il profilo del perpetratore, …

Leggi tutto

Laurora E. (2012). Nel cuore e nella mente. Discussant della relazione di F.Borgogno

Firenze 21 Aprile 2012 Seminari Psicoanalitici 2012 AFPPCSMH – AMHPPIA – SIPP – SPI     Narcisismo e creatività Relatore: Franco Borgogno Nel cuore e nella mente propria e altrui. Il percorso di un analista oggi fra tradizione e creatività Discussant : Enza Laurora SIPP  “Nel cuore e nella mente” Il lavoro di Borgogno, centrato sul suo percorso di analista, ci mette subito in relazione con l’Autore e insieme con il nostro mondo intrapsichico. Mentre leggevo pensavo anche al mio percorso e al mio incontro con Ferradini che è stato anche uno dei miei analisti, con Meltzer, con Robutti, via via a tutti gli altri incontri ‘di cuore e di mente’ che ho avuto all’interno della Sipp. Ho pensato ai percorsi identificatori specifici che ciascuno di noi compie, resi possibili da quegli incontri che rispondono all’idea che ci portiamo dentro finchè siamo vivi che ‘esiste qualcuno in carne ed ossa che può ascoltarci’ e rispecchiarci come persone esistenti in un mondo reale e condivisibile. Mi sono venuti in mente anche gli Allievi che ci incontrano nel loro …

Leggi tutto

Borgogno F. (2012). Nel cuore e nella mente propria e altrui

Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica  “Narcisismo e creatività” di Franco Borgogno Firenze,  Auditorium Ente Cassa di Risparmio, 21 Aprile 2012 Franco Borgogno Nel cuore e nella mente propria e altrui.Il percorso di un analista d’oggi fra tradizione e creatività Parlerò a voi stamattina di psicoanalisi come metodo di cura della sofferenza psichica. Sotto forma di intervista immaginaria, presenterò in sostanza una mia testimonianza del mio modo di essere psicoanalista negli ultimi quindici anni. Nel corso d’essa affronterò alcune tematiche, come per esempio: “Come sono arrivato alla scelta del mestiere di psicoanalista”; “Fare lo psicoanalista è una professione o una vocazione?”; “Quali sono i libri, gli autori e i colleghi in carne e ossa che più hanno contribuito alla mia formazione”; “Quali sono i miei specifici contributi alla psicoanalisi d’oggi”; “Che cos’è per me la psicoanalisi e qual è la sua funzione terapeutica elettiva”…e così via. Partirò immediatamente da “come sono arrivato alla scelta di questo mestiere”. Sebbene non sia cresciuto in una famiglia davvero attenta ai bisogni e ai sentimenti dei bambini e degli …

Leggi tutto

De Marchi A. (2011). La morte, la madre, la bambina.

Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica – “Il Sessuale come trasformatore psicologico:l’Après-coup” di Jacques André Accademia “La Colombaria” – Sabato 1° ottobre 2011 LA MORTE, LA MADRE, LA BAMBINA1 Storia di Silvia (33 anni). Quello che fin dall’inizio mi ha colpito, in questo caso clinico, è stata la divergenza tra due componenti abbastanza ben distinguibili intuitivamente, anche se non ancora decifrabili nei contenuti: la personalità di Silvia adulta, raffinata, attraente nei modi e nelle espressioni verbali; e, ad un altro livello, la percezione, l’intuizione empatica, fin dai primi incontri, di una zona grigia, cupa, confusa, magmatica. La storia infantile di Silvia infatti narra una serie di eventi di carattere traumatico avvenuti nella prima e seconda infanzia: la nascita di un fratellino nato morto al termine del suo secondo anno di vita, il distacco dalla madre vittima di una depressione reattiva a questo evento, l’ulteriore separazione da essa per la nascita di un secondo fratellino che ne assorbì le energie occupandola nelle prime cure, la morte improvvisa della madre avvenuta nel sesto anno d’età. Silvia …

Leggi tutto

André J. (2011). Il Sessuale come trasformatore psicologico: l’Après-coup.

Relazioni presentate al seminario di Formazione Psicoanalitica – “Il Sessuale come trasformatore psicologico: l’Après-coup” di Jacques André Accademia “La Colombaria” – Sabato 1° ottobre 2011   Jacques André Qualche osservazione preliminare… L’après-coup è una nozione complessa e fragile poiché riunisce due dimensioni eterogenee la cui l’associazione non è semplice: -Nel suo aspetto più familiare, l’Après-coup dona un senso, una significazione, una simbolizzazione che interviene dopo (après)… che l’evento si è prodotto, in un secondo tempo. -Ma l’originalità della nozione è di tenere insieme questa apertura di senso con un momento traumatico, un colpo (coup). L’A-p è la riunione paradossale di un trauma (che suppone un’effrazione delle frontiere dell’io) e del significato che ne deriva o che lo trasforma. Ne risulta spesso una perdita di vigore della nozione, e quando una delle due dimensioni sparisce, è sempre il trauma che è trascurato. Non rimane che una significazione tardiva, differita rispetto al tempo dell’evento. Non c’è bisogno della psicoanalisi per pensare che questo spostamento dell’evento e del significato, questa dimensione costituisce l’ordinario della riflessione dello storico. Il …

Leggi tutto

Marion P. (2011). Il tempo della Nachtraeglichkeit nella cura.

Relazione presentata al seminario di Formazione Psicoanalitica “Il Sessuale come trasformatore psicologico: l’Après-coup” di Jacques André Accademia “La Colombaria” – Sabato 1° ottobre 2011 Il tempo è insieme allo spazio una delle due dimensioni fondamentali della soggettività e dello sviluppo individuale. L’apparato psichico non solo nasce e si sviluppa in funzione del tempo, ma è anche abitato da una molteplicità di direzioni temporali in tensione tra di loro all’interno del soggetto. Questo fenomeno, che parcellizza una visione unitaria del tempo, è stato definito da Green (2000) dell’ “eterogeneità diacronica”, nel senso che la vita psichica deve essere pensata come “fondamentalmente pluridirezionale”. Tale condizione si riflette nella pratica clinica, nella quale il tempo assume forme diverse, che si esprimono nella compresenza all’interno della seduta di un tempo lineare, di un tempo ripetitivo (nel senso del bisogno di ripetere e del ripetere di un bisogno), che è anche forma di memoria e non solo blocco (Green, 2007; Riolo, 2007), di un essere fuori dal tempo, come nell’esperienza inconscia e onirica, di una inversione della freccia del tempo. …

Leggi tutto