Tutti gli articoli della categoria: Archivio relazioni

In questa sezione si trovano i materiali dei seminari organizzati dal Centro Psicoanalitico di Firenze

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Zontini G. (2024) DESTINI DELLA RIPETIZIONE – Economia della coazione a ripetere

In queste note vorrei proporre qualche considerazione sull’aspetto economico della coazione di ripetizione. Tale aspetto, infatti, è, a mio avviso, presente nel pensiero freudiano fin dall’inizio delle sue riflessioni sulla funzione del meccanismo della ripetizione all’interno dell’apparato psichico. Cercherò, poi, di introdurre qualche considerazione sulle forme attuali degli aspetti economici della coazione di ripetizione. Già nel 1914 Freud osserva come alcuni pazienti non siano in grado di ricordare rappresentazioni e affetti rimossi, nonostante gli sforzi dell’analista intesi a superare le resistenze e di conseguenza a sollevare la rimozione. Tali pazienti sono dunque costretti a ripetere in tutte le attività e relazioni della loro vita (inclusa la relazione di transfert con l’analista) atti, verbali e non, che sostituiscono il ricordo, determinando una coazione a ripetere che diviene, appunto, il loro modo di ricordare. Poco dopo, Freud (1915) ritorna sulla questione della ripetizione, più specificamente denominata, a questo punto della sua riflessione, come coazione di ripetizione, collegandola all’inerzia psichica, un aspetto peculiare e, come egli stesso afferma, altamente specializzato del funzionamento dell’apparato psichico. Il legame tra la …

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Prendersi gioco

Pappa M. (2023). Presentazione del libro di Marta Badoni “Prendersi gioco. Una psicoanalista racconta”

Raffaello Cortina ed.   Sono felice di poter condividere le riflessioni sulla lettura del libro di Marta Badoni, “Prendersi in gioco”, di recente pubblicazione. Si tratta di un libro che, come ha scritto Di Chiara nella sua bella recensione in Spiweb, è un “trattato di psicoanalisi, in formato condensato, ma di grande chiarezza e profondità”. È il frutto di una lunga e intensa esperienza analitica, un lavoro particolarmente prezioso, che raccoglie scritti inediti, ulteriori elaborazioni di articoli già pubblicati, nuove riflessioni suggerite dal tempo che passa. È un libro, come scrive l’Autrice (p. X), nato per “un gioco di sguardi” e cresciuto in “un fermento di affetti”, proprio a Firenze, il 14-01-2017, alla fine del seminario Agire. Giocare nella psicoanalisi infantile (organizzato dal Centro Psicoanalitico di Firenze, avente come segretario scientifico Benedetta Guerrini Degli Innocenti) insieme a Stefania Nicasi e Alessia Fusilli De Camillis, che hanno contribuito alla sua realizzazione, e che hanno scritto un’introduzione ampia, con una messa in luce delle varie parti del testo. Il libro si rivela essere originale da vari punti …

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Bencini A. (2022) DIVENTARE PADRE. Sguardi sulla paternità interiore

Firenze, 15/1/2022 Come riproposto in un passo del libro, la storia del movimento psicoanalitico ha sempre visto nella figura paterna un ruolo fondante: dal padre come figura centrale nella vita mentale dell’individuo e della società (Freud, 1914), al padre che sostiene la diade madre-bambino (Winnicott, 1966), al padre visto come terzo specifico e processo in movimento. Al padre è stato sempre assegnato il ruolo di “terzo” rispetto alla diade madre-bambino, diventando promotore di quella discontinuità che separa il bambino dalla madre, che si interpone alla loro fusione, facendo sì che la madre sia madre e il bambino sia bambino. La funzione paterna ha assunto la funzione di porre il limite, il limite all’indistinto, all’anarchia, alle pulsioni permettendo a loro di acquistare una forma evolutiva e di accedere al pensiero. Come afferma Pellizzari, in molti miti dell’origine in principio vi è uno stato caotico, dove tutto è indifferenziato, privo di forma: “alla nascita naturale si innesta una dimensione simbolica, quella del riconoscimento, che nell’antichità si concretizzava con l’elevazione del figlio al cielo da parte del padre. …

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Tancredi R. (2021), La psicoanalisi con bambini, adolescenti, genitori nei vari contesti di cura

Desidero ringraziare il collega Maurizio Stangalino per questo suo lavoro che offre a tutti noi  motivi di riflessione, che credo vadano anche  oltre lo specifico della cura psicoanalitica con i bambini.   Ed è per me particolarmente stimolante  potermi confrontare con lui , riconoscendo radici comuni pur con sviluppi forse  in direzioni diverse. La trascrizione del seminario condotto da Donald Meltzer e Martha Harris presso il servizio di NPI dell’indimenticata Marcella Balconi,   mi ha fatto rivivere l’esperienza dei miei anni formativi alla Fondazione Stella Maris di Pisa, dove tuttora lavoro e dove forse ho messo per la prima volta piede , non ancora laureata, studentessa del corso in npi tenuto dai professori Pfanner e Marcheschi alla facoltà di medicina,  proprio partecipando al primo “stage di psicoterapia infantile” tenuto in quella sede da Meltzer ed Harris nel luglio 1980. Leggere il seminario la cui trascrizione il collega ha collocato in apertura del suo libro  mi ha portato a chiedermi cosa rimane nel mio lavoro clinico in Istituzione di queste prime esperienze , tenendo presente che io lavoro …

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Da Pelo A. (2021), La psicoanalisi con bambini, adolescenti, genitori nei vari contesti di cura

Un modello possibile nei Servizi?   Ringrazio Maurizio e tutti i colleghi che hanno reso possibile il realizzarsi di questa giornata di confronto tra  psicoterapeuti, che a diverso titolo e in diversi luoghi lavorano e si interrogano sulle possibili estensioni della psicoanalisi nei servizi di Salute Mentale dell’età evolutiva. Credo che poterci trovare e pensare insieme ad un possibile paradigma di cura psicanalitica, in un momento storico in cui talvolta la psicanalisi è obsoleta, possa essere di grande sostegno a coloro che, nelle “trincee” dei servizi pubblici, cercano almeno di poter tenere un assetto di pensiero riflessivo, rispettoso di loro stessi come curanti e di coloro che domandano di essere curati nella loro interezza.  Nel suo libro Stangallino, nel “solco bioniano”, co-costruisce insieme al paziente (e al lettore) una rappresentazione onirica da veglia di tale possibile modello nella difficile realtà attuale dei servizi pubblici, sempre più in affanno a causa della carenza cronica di risorse (economiche e di personale) e per l’aumento esponenziale di richieste di cura.   Nel testo che segue, ho ripreso brevemente …

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Pappa M. (2021), La psicoanalisi con bambini, adolescenti, genitori nei vari contesti di cura

6 Novembre 2021 La cura psicoanalitica ritrovata Sulle psicoterapie psicoanalitiche Un Seminario inedito di Donald Meltzer e Martha Harris: “Qualcosa di psicoanalitico”   Nel ringraziarvi tutti, vi porgo il saluto di Anna Ferruta, che purtroppo oggi non può essere qui presente per la concomitanza con un altro impegno istituzionale, riportandovi il suo pensiero: “Penso che la psicoanalisi possa trovare setting pienamente validi nei contesti istituzionali dove diventa possibile utilizzare il suo potenziale di cura e di ricerca. Tale ricchezza della psicoanalisi è prevalentemente confinata negli studi professionali, e quindi può esprimersi in modo limitato, relativamente a certe patologie, e soprattutto non può accompagnare i momenti cruciali dello sviluppo psicofisico del bambino nell’ambiente. La proposta del modello di Maurizio Stangalino nasce da una ricca esperienza di frequentazione psicoanalitica e dal lavoro istituzionale in prima persona”. Il libro di Maurizio Stangalino, di recente pubblicazione, “La cura psicoanalitica con bambini, adolescenti e genitori. Un modello possibile nei Servizi” (2021), è un libro particolarmente prezioso nel panorama psicoanalitico contemporaneo, e si pone in continuità con un altro libro fondamentale, …

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Meterangelis G. (2021) Ascolto e pensiero clinico: incontro tra psicoanalisi e salute mentale

                                                                “ Possiamo  immaginare un                                                                                                     analista muto, ma non un                                                                    analista sordo”                                                                    Leopold Nosek  (cit da S. Akhtar)            In un lavoro pubblicato sull’IJPA nel 2005, Evelyne Schwaber, l’analista che più di altri ho posto l’attenzione al tema dell’ascolto in psicoanalisi si chiede:” Che cosa ascoltiamo, le modulazioni, le allusioni, i toni, le parole, o ciò che viene dopo? Che cosa succede dopo?” ed ancora “ In che modo ascoltiamo?” La sua risposta a queste domande è che ascoltiamo con le nostre convinzioni e con ciò che abbiamo imparato a vedere. Mi sembra che questo presupposto teorico non solo sia ancora pertinente ma ci mette nella condizione di considerare che i modi con cui ascoltiamo sono in relazione agli sviluppi teorici non solo della psicoanalisi ma anche di quella che è stata l’evoluzione dell’organizzazione dei Servizi psichiatrici territoriali e dei suoi modi di rapportarsi alla …

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Saraò G. (2021) Ascolto e pensiero clinico: incontro tra psicoanalisi e salute mentale

Introduzione La parola ascolto fa pensare alla musica, il canale sonoro come fonte di conoscenza privilegiata; stare nel suono è un’esperienza primordiale, è un patrimonio di ogni essere umano, pensiamo ai primi vagiti, allo scambio sonoro con chi ci ha accudito e ancora prima all’universo sonoro di un feto dentro la placenta. E’ una fenomenologia complessa che ci accompagna nella nostra vita, è un nostro modo di stare nel mondo che ci caratterizza continuamente, è un’impronta irrepetibile che parla di noi e della nostra storia personale. L’udire però è diverso dall’ascoltare, c’è bisogno di un buon udito per poter distinguere i materiali sonori, i rumori di sottofondo, i disturbi connessi all’atto dell’ascoltare: l’udire è soltanto il presupposto dell’ascoltare. Può capitarci nella vita quotidiana di parlare e non sentirci ascoltati. parlare non è sempre sufficiente e talvolta si parla ed usiamo la voce per occupare lo spazio di interazione con l’altro e noi sappiamo che questa è un’esperienza che ci mette in contatto con uno spiacevole sentimento di rifiuto e di sostanziale infelicità. Quindi l’atto di …

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Vigneri M. (2021) – Giovanni Hautmann e la passione del pensiero

    La richiesta di presentare il libro su Giovanni Hautmann e la suapassione per il pensiero e il pensare1 mi ha fatto molto piacere ma mi ha anche un poco stupito. Il mio rapporto con Giovanni Hautmann è stato personale, discreto e in un certo senso privato.Ero una analista alle prime armi quando lui divenne Presidente della SPI nel 1986 e seguivo il suo percorso istituzionale e scientifico dalla mia postazione di ultima arrivata con grande rispetto e ammirazione. Era soprattutto l’uomo ad affascinarmi, gentile, autenticamente disponibile, attento al pensiero degli altri. Aveva quasi sempre accanto a sé, specie nelle occasioni conviviali, la sua splendida moglie, una donna alta e sottile, elegante, sorridente, vagamente remota.Sicché nell’ascoltarlo, le sue parole, i suoi interventi, persino i suoi pensieri erano per me pervasi da quell’aura romantica e leggermente regale che ispiravano quando erano loro due insieme.I ricordi tratteggiano rappresentazioni pittoriche nella memoria e di lui ne ho soprattutto uno, per me indimenticabile. Non so più in che Convegno fossimo, lui interveniva alla fine e l’uditrio era oramai …

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Locandina 23 gennaio

Bolognini S. (2021) – Giovanni Hautmann e la passione del pensiero

    Ho accettato con sincera convinzione e con molto piacere la proposta dei colleghi di scrivere alcuni pensieri di apertura a questo volume, sia per il mio ricordo vivo e profondo della figura di Giovanni Hautmann, sia per una più intrigante sensazione che affonda le sue radici nel campo istituzionale, e che sintetizzerei parafrasando il titolo ben noto di un suo libro: il mio/nostro debito con Hautmann. Ci si potrebbe chiedere il perché di un simile sentimento sostanzialmente riparativo, nei confronti di un prestigioso collega cui, a ben vedere, non sono mancati certo i riconoscimenti nell’ambito della nostra Società, sia come studioso che come formatore di allievi e infine come stimato Presidente della stessa. La risposta credo risieda in quanto segnalato – con giusta ragione – dai curatori del presente volume: “…Nonostante che durante la sua presidenza, avesse promosso per la prima volta la pubblicazione bilingue (italiano-inglese) della rivista di psicoanalisi, i suoi libri non sono mai stati pubblicati in altre lingue e pertanto il suo pensiero rimane ancora poco noto all’estero”. Molto spesso …

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