Tutti gli articoli della categoria: Cultura e Società

Come la realtà virtuale stravolge le categorie di spazio e di tempo. B. Guerrini Degl’Innocenti su Sanità 24

In quale modo le nuove tecnologie modificano, alterano e trasformano la percezione del mondo? A partire da questa domanda, indubbiamente centrale per chi si interroghi sulla contemporaneità, Benedetta Guerrini Degl’Innocenti sviluppa su Sanità 24, inserto de Il sole 24 ore, una riflessione che esplora il tema anche dal punto di vista delle nuove generazioni e delle acquisizioni sempre più numerose della letteratura clinica in proposito. Un intervento puntuale e interessante che ci ricorda la necessità di osservare la continua trasformazione di mondi e di percezioni che attraversiamo con lo spirito laico che abita la psicoanalisi nelle sue migliori interpretazioni. Aggiungiamo il link al sito de Il sole 24 ore per leggere l’articolo. Benedetta Guerrini Degl’Innocenti su sanità24

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La legge 180 a Firenze. Il Centro Attività Espressive la Tinaia

Centro Attività Espressive La Tinaia/Associazione La Nuova Tinaia Onlus   Via di S. Salvi 12- 50135 Firenze – tel. 055-6933578  fax 055-6933901 latinaia@asf.toscana.it   www.latinaia.org 1975, Ospedale psichiatrico fiorentino Vincenzo Chiarugi: riprendendo un’esperienza rivolta ai ricoverati realizzata tra il ’64 e il ’72,  viene riaperto, nei locali della casa colonica in cui si era sviluppato precedentemente, il Centro Attività Espressive La Tinaia. È l’iniziativa di un’equipe di operatori e in particolare l’impegno di due infermieri – ceramista l’uno, maestro d’arte l’altro – che consente il riavvio delle attività, lavorazione della creta e ceramica in una prima fase a cui si aggiungono, successivamente, il disegno e la pittura. Sullo sfondo dei radicali processi di revisione e critica dei modelli dominanti messi in moto dai movimenti degli anni ’70 e nel generale clima di fermento e di impegno civile che attraversano la società, La Tinaia degli inizi, ponendosi “all’interno di una prospettiva di lavoro antiistituzionale”  rappresenta di fatto una palese rottura della logica custodialistica e repressiva che imperniava l’istituzione psichiatrica fino alla riforma del 1978 (legge 180). …

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Pananti B. Col nome del delirio. La legge 180 a Firenze

Col nome del delirio Storia di un manicomio, una memoria recuperata Bianca Pananti, psicoterapeuta di gruppo, dal 2003 lavora in ambito della salute mentale adulti, ( progetti sulla narrazione autobiografica e sulla memoria collettiva). Collabora con vari enti ed associazioni in cui la ricerca artistica si sposa con quella clinica e terapeutica.  Quando nel 2008 coordinavo le “case famiglia”, per la Salute Mentale del Quartiere 2 di Firenze, il dott. Giuseppe Saraò mi chiese di raccogliere le storie di quei pazienti che erano stati ricoverati in manicomio e di cui si erano perdute le cartelle cliniche. La ricerca evidenziò grosse lacune non soltanto nella memoria dei singoli pazienti, ma anche e soprattutto nella storia generale del manicomio.      Anni dopo partecipando al trasferimento di questi stessi pazienti in strutture definite “a vita”, dove avrebbero vissuto l’ultima parte della loro esistenza, sentii l’esigenza di ricomporre la storia del manicomio attraverso le testimonianze di chi l’aveva vissuta in prima persona, e di colmare quel vuoto di memoria che adesso mi appariva un’intollerabile mancanza, un buco nero …

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Quattrocchi V. Maggio 180. La legge 180, una vicinanza scomoda, una rivoluzione culturale. La legge 180 a Firenze

Maggio 1978: La legge 180, una vicinanza scomoda, una rivoluzione culturale, sociale e sanitaria che ancora incuriosisce il mondo intero. Vincenza Quattrocchi, Psichiatra Psicoanalista (membro ordinario SPI). Già Direttore DSM ASL 11 Regione Toscana Empoli Il titolo esprime in sintesi ciò che, in base alla mia esperienza, è stato quel momento e ciò che ancora vuol dire. Apparentemente la legge arrivò improvvisa dall’oggi al domani, ma in realtà c’erano tutte le premesse affinché ciò divenisse una realtà, il clima culturale da anni si esprimeva attorno alla messa in discussione delle istituzioni e certamente un uomo, un medico, uno psichiatra, Franco Basaglia (“..i manicomi non si cambiano si distruggono”), è stato una geniale espressione dell’epoca. Mi colloco nella storia dei servizi toscani da me raggiunti nel 1976, dopo una breve ma intensa esperienza emiliana presso un Centro che si era costituito, fondando le sue basi sui presupposti del movimento basagliano di quei tempi. Gli ospedali Psichiatrici negli anni avevano perso ogni funzione terapeutica e le pessime condizioni dei ricoverati erano il frutto della collusione tra gli aspetti più …

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Saraò G. La soggettività degli ultimi. La legge 180 a Firenze

La  soggettività degli ultimi e l’esperienza torrentizia della 180  Giuseppe Saraò, psichiatra, psicoanalista, membro ordinario SPI, presidente Centro Psicoanalitico di Firenze. Già responsabile Servizio Salute Mentale Adulti Quartiere 2, Firenze. La legge 180 e il pensiero di Basaglia hanno rappresentato una rottura dalla quale è nata un’esperienza complessa, fatta di luci e di ombre. Una profonda trasformazione non solo della assistenza psichiatrica ma anche della cultura della società: qualcosa di profondamente nuovo che oggi possiamo indicare, senza cadere nella retorica, come la ricerca e la costante valorizzazione della soggettività dei nostri pazienti. L’esperienza di rottura della 180 è stata un’onda lunga che ha travolto la fortezza del manicomio partendo dagli ultimi, i più matti, i più poveri, spesso dimenticati: tutti quei pazienti su cui la psichiatria ufficiale si dichiarava impotente. Pazienti gravi e fortemente regrediti che avevano perso la dignità di esseri umani e che proprio nei sintomi, nelle stereotipie e bizzarrie portavano incisi sul proprio corpo i residui di una soggettività che si manifestava, protestava e resisteva; occuparsi di questi pazienti dimenticati significava valorizzare …

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Islam e Firenze. Arte e collezionismo dai Medici al Novecento

Islam e Firenze   Presentazione di Paola D’Agostino  Direttore Musei del Bargello La rassegna espositiva Islam e Firenze. Arte e collezionismo dai Medici al Novecento è frutto di una collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e i Musei del Bargello. Per due anni, un comitato scientifico internazionale con i funzionari, storici dell’arte, Valentina Conticelli e Matteo Luca Ceriana – rispettivamente in servizio presso gli Uffizi e presso il Bargello – hanno lavorato alla realizzazione di una mostra monumentale: quasi duecento opere, esposte nei due musei.  Il Museo Nazionale del Bargello conserva uno dei nuclei più importanti di arte islamica in Italia, proveniente dalle collezioni mediceo-granducali, e arricchito dall’imponente insieme di opere d’arte donate nel 1889 dall’antiquario lionese Louis Carrand, cui si aggiunsero la donazione di armi di Costantino Ressman (1899) e quella di tessuti di Giulio Franchetti (1906). Nelle quattro sezioni in cui si articola la mostra al Bargello è illustrato un periodo fondamentale di ricerca, collezionismo e di allestimenti museali di fine Ottocento e inizio Novecento, con opere della già citata donazione Carrand e …

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Breccia M. Oscurità

Questo contributo di Marina Breccia sviluppa un filo associativo collegato alla bellissima mostra “Islam e Firenze. Arte e collezionismo dai Medici al Novecento” frutto di una collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e i Musei del Bargello, non un commento, che lasciamo al puntuale contributo del direttore dei Musei del Bargello Paola D’Agostino, ma un lavoro analitico e associativo, intorno a tutto ciò che scompare ai nostri occhi, come gli esempi meravigliosi di arte islamica presenti nelle collezioni fiorentine e in molti casi esposte per la prima volta mostrano. Tutto un mondo di relazioni, di contatti, di dialoghi silenziosi fra culture, che a volte rischiamo di non-vedere, di oscurare, di sommergere nelle pieghe del conosciuto. Così è nel gioco fra visibile ed invisibile, fra cecità e visione, fra luce ed oscurità che possiamo sperimentare l’inesauribile lavoro psichico che ci rende umani. OSCURITA’ Marina Breccia Vorrei qui brevemente indicare come la nostra percezione visiva possa essere più o meno oscurata e come la cecità-oscurità che ne derivi abbia caratteristiche multiple ed eterogenee. E’ partendo da una sorta di …

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Attraversare i muri

Marina Abramović (2016) Attraversare i muri. Un’autobiografia con James Kaplan. Giunti, Firenze 2018. Titolo originale Walk Through Walls. A Memoir Recensione a cura di Chiara Matteini Ci sono molte possibili linee di lettura dell’autobiografia di Marina Abramović, un autoritratto di artista, la necessità  di ogni essere umano di dare una forma alla propria biografia, quel tentativo di ordinare il caos dell’esistenza attraverso un filo, dei segni, delle traiettorie di significato, che regola sempre ogni operazione autobiografica. Così in queste pagine si incontrano tante Marina Abramović, la figlia di un eroe di guerra (un padre  idealizzato e amatissimo, ma in fondo distante e perduto, assente per lungo tempo dalla vita della figlia dopo il divorzio dalla madre), l’artista che ha rivoluzionato la performance art, la volitiva ragazza di Belgrado che è convinta che con la volontà sia possibile abbattere ogni ostacolo, l’icona del successo planetario di The Artist Is Present  (Museum of Modern Art, New York, 2010), la compagna di Ulay, con il quale attraversano gli spazi mutevoli di una relazione esplorata in un intreccio creativo …

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La Cina è vicina? Cinque concetti proposti alla psicoanalisi

François Jullien,  Cinque concetti proposti alla psicoanalisi, Ed. La Scuola 2014 Recensione a cura di Antonella Sessarego François Jullien è un filosofo e sinologo francese, dirige l’Institut de la Pensèe Contemporaine dell’Università Paris Diderot e come lui stesso  ci dice è un attento ed appassionato lettore di Freud, senza però alcuna esperienza diretta della cura psicoanalitica, nè come analista né come paziente. Sono più abituata a leggere ciò che altri analisti formati e praticanti, hanno scritto, o anche  interessanti saggi di autori che in qualche modo gravitano intorno al mondo psicoanalitico, perché ne hanno fatto esperienza, magari come  analizzati.  Questo libro mi ha incuriosita perché l’autore parte da tutt’altro punto di vista e dice “ se avessi avuto una esperienza prolungata della psicoanalisi, mi ci sarei attaccato, fissato……non avrei avuto la necessaria velocità e la distanza per volteggiare con questa libertà in mezzo a queste questioni..” . François Jullien concepisce quindi  questo saggio tra la lettura di Freud e la frequentazione del pensiero cinese cercando di produrre del tra fra di loro. Il risultato di questo confronto e …

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laggiu nel profondo

Laggiù nel profondo: recensione di M. G. Vassallo Torrigiani 🗓

A. Marzi e F. Ricci, Laggiù nel profondo. Mondo letterario e mondo psicoanalitico in Lehane, McCarthy, Schintzler, Serrano, Tobino, Nuova Immagine Editrice, Siena, 2017. “Probabilmente, noi e lui, attingiamo alle stesse fonti, lavoriamo sopra lo stesso oggetto, ciascuno di noi con un metodo diverso, e la coincidenza dei risultati sembra costituire la garanzia che abbiamo entrambi lavorato in modo corretto” (S. Freud, 1906, p.333). Così scriveva Freud nella Gradiva, esprimendo la sua ammirazione nei confronti di poeti e scrittori e riconoscendo loro la straordinaria capacità di aver intuito l’esistenza dell’inconscio, in qualche modo scoprendolo prima della psicoanalisi. Riteneva che essi, rivolgendo l’attenzione alla propria interiorità, attraverso le loro opere erano riusciti a dare forma espressiva alla dimensione inconscia dell’esperienza, senza aver avuto bisogno di conoscerne le “leggi” che “si trovano contenute nelle [loro] opere”; mentre invece lo psicoanalista dovrà faticosamente, con studio e applicazione, rintracciare “queste leggi analizzando le [loro] opere poetiche, così come le ricaviamo dai casi di malattia reale”. Freud, e tutta una tradizionale metodologia di analisi letteraria che a lui si richiama, …

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