“Stranizza d’amuri” di Giuseppe Fiorello – Recensione di Teresa Lorito
Estate del 1982, campionati del mondo di calcio, l’Italia vince. Le strade sono piene di gente che festeggia e nel senso opposto dello scorrere della folla si allontana un motorino: Gianni e Nino si dirigono verso il loro luogo segreto, verso la loro scelta definitiva. È questa l’ultima scena di Stranizza d’amuri (2023), opera prima di Giuseppe Fiorello, che racconta la nascita, il riconoscimento e la fine di un amore fra due giovani adolescenti, Gianni e Nino, in un contesto sfavorevole da quasi tutti i punti di vista. Se è vero che, come dimostrerebbe un celebre esperimento di Milgram a Yale negli anni ’60, “la maggioranza della gente tende alla passività morale, preferisce seguire la corrente generale piuttosto che assumersi il rischio di una decisione autonoma” (La Porta, 2023), la scena sembra suggerire un eccezionale movimento contrario da parte dei protagonisti, rispetto a una comunità a cui “piace soprattutto trovarsi nella condizione di fare il male senza sentirsi colpevoli” (La Porta, 2023), convinta cioè di eseguire un precetto sociale irrinunciabile. Il film è tratto da …
Leggi tutto