Nostalgia (2022) di Mario Martone. Recensione di Stefania Nicasi
Buio in sala: Rassegna Amore e Psiche 11/7/022Fondazione Stensen e SPI Centro Psicoanalitico di FirenzeNostalgia è un film complesso, come complessa è Napoli, cresciuta sulle catacombe,e complesso è il rione Sanità, intreccio di vita e di morte, brutture e bellezza,oscurità e luce, compassione e crudeltà. Offre lo spunto per tanti discorsi, dallasociologia all’antropologia alle neuroscienze che studiano il funzionamento dellamemoria. Io sceglierò un tema, la nostalgia appunto, e sosterrò una tesi forte sullascorta della psicoanalisi. La tesi è la seguente: la nostalgia è una trappolapotenzialmente mortale.Guidato dalla nostalgia, il protagonista torna nel luogo/tempo delle origini dal qualesi era bruscamente separato emigrando in Africa. Vuole ricomporre l’identitàspezzata, riunire la vita, tornare là da dove era partito riannodando il filo.Inizialmente è l’idea di rivedere la madre e prendersene cura, ma poi,impercettibilmente quanto inesorabilmente, il progetto si allarga e la nostalgiadiventa, come dice Martone, non un rimpianto ma un labirinto: un labirinto doveperdersi significa conoscere e conoscere significa ritrovare 1 .Arrivato a Napoli, in albergo, Felice si toglie l’orologio e lo chiude in cassaforte.Simbolicamente, mette via il tempo …
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