Firenze, Sala “La Colombaria” (Via S.Egidio 23/1 Firenze), sabato 22 gennaio 2005, relazione al Seminario “LAVORARE INSIEME. SUPERVISIONE DI GRUPPO E GRUPPO DI SUPERVISIONE”
a cura del Centro Psicoanalitico di Firenze (Sezione Toscana SPI) e della Associazione Fiorentina di Psicoterapia Psicoanalitica (AFPP)
In questo intervento vorrei proporvi una riflessione, spero utile alla discussione, sul gruppo e la modellizzazione, istituita da Corrao al Pollaiolo e che tuttora e’ un elemento strutturale del Centro Ricerche Psicoanalitiche di Gruppo. Con “modellizzazione” Corrao evidenziava soprattutto il mettere in comune e confrontare i modelli che informavano la prassi analitica dei colleghi del Pollaiolo che lavoravano con i gruppi, sia in ambito privato che istituzionale, in un interscambio positivo tra piu’ giovani e piu’ anziani, caratterizzato dalla fecondità di pensieri trasformativi. Il gruppo era costituito da un folto numero di partecipanti, durava due ore e si riuniva con la frequenza dei seminari teorici del Pollaiolo, quindicinale e poi mensile. Sul filo della memoria storica vorrei dire che si trattava di un momento di incontro particolarmente prezioso in quanto costituiva non solo un’occasione di trasmissione e di apprendimento ma anche di condivisione che fondava la ricerca, consentiva l’attivazione, lo sviluppo e l’elaborazione di un pensiero di gruppo. Ai partecipanti veniva presentato da un collega il materiale clinico di un gruppo in corso che veniva seguito spesso per piu’ incontri consecutivi o alternato ad altri.
Una testimonianza preziosa e’ costituita dai lavori pubblicati su Koinos1 nel numero intitolato Ricordare Francesco Corrao, pubblicato subito dopo la sua morte: si tratta di due sedute consecutive relative al materiale offerto dal dott. Giuseppe Di Leone su un gruppo con pazienti gravi condotto all’interno di un DSM, che rivela l’esperienza di condivisione e il funzionamento del gruppo di modellizzazione2. Infatti non c’era solo una riflessione sul materiale raccontato, in quanto l’amplificazione dello spazio mentale consentiva l’introduzione di nuove proposte cliniche e teoriche con la ripresa di temi di ricerca che si articolavano nell’apporto attivo del gruppo. In genere Corrao parlava dopo vari interventi dei partecipanti, ne riprendeva alcuni, raccordava, reinterpretava, sviluppava “azzardando” ipotesi con riferimenti teorici spesso amplificati nell’interdisciplinarietà, mostrando la sua mente al lavoro nel gruppo, come membro del gruppo. E nel materiale delle sedute troviamo lo stesso sviluppo da parte degli altri partecipanti: il ritmo dei discorsi vede l’alternanza degli interventi da piu’ vertici distribuiti secondo un insieme energetico di pensieri in transito.
Riprenderò solo un elemento del materiale clinico, del resto così ricco da non poter sopportare infeconde riduzioni, quello relativo all’iniziale scambio di patenti e carte d’identità da parte dei pazienti del gruppo, per dire che ciò sarà amplificato nel gruppo di modellizzazione rispetto all’identità del gruppo, dell’istituzione, dello stesso gruppo di modellizzazione. Infine, il “riprendersi” la carta d’identità messa in comune nel gruppo terapeutico comporterà l’elaborazione del pensiero dei membri nel gruppo di modellizzazione comportando il riconoscimento e il contatto con lo stato depressivo del gruppo presentato e la sua dinamizzazione nell’attivarsi interpretativo della modellizzazione.
“Questi nostri incontri diceva Corrao servono a fare questa specie di flash-back, ricomprendere a posteriori”. Penso che questo aspetto implichi varie considerazioni: nel gruppo di modellizzazione il pensiero che si sviluppa, in quanto multiplo, e’ fondato sull’insiemità, su quella Koinonia che caratterizza la considerazione del materiale di gruppo osservato in comune e che ci riporta al tema fondamentale della trasmissione della conoscenza in gruppo (il Mathema) nonche’ dell’oscillazione duale-gruppale, che riguarda l’oscillazione a-?, relativa non solo alla processualità ma anche a ciò che ogni membro mantiene dell’esperienza e al fatto che nel gruppo la funzione interpretativa e’ connessa al sistema che si costituisce come un contesto autointerpretantesi, in cui “la funzione interpretativa non e’ necessariamente inserita nel conduttore o in uno dei membri, ma e’ connessa al sistema3”
Questo elemento essenziale verrà ripreso da Corrao nella sintesi proposta in Funzione analitica del piccolo gruppo4 che utilizzerò in parte per illustrare il gruppo. L’assunto fondamentale riguarda il fatto che anche la funzione analitica “non si colloca necessariamente in un soggetto esperto ma bensì si promuove” nel contesto del gruppo che si costituisce come “Insieme Unitario” caratterizzato dal funzionamento di attività mentali “trans-individuali (meta-noiche)”, da relazioni multiple riguardanti il Ti Koinon (l’in-comune) tra “soggetti che sono allo stesso tempo oggetti”,e che usa un “pensiero multiplo di tipo meta-logico per cui il contesto autointerpretantesi e’ caratterizzato in senso analitico ” cioe’ tale da porre connessioni tra i livelli del fantastico, del simbolico e del reale” operando trasformazioni di significanti e significati. L’evoluzione del gruppo si dispiega attraverso “l’amplificazione tematica del resoconto clinico” e l’attivazione della visione mentale, direi binoculare in senso bioniano, che consente la ricerca dei “mitologhemi o ideologhemi nascosti”.
Si tratta dunque di immergersi nelle configurazioni degli assunti di base bioniani attraverso “gli involucri stratificati ” dell’enigma e del paradosso esplorando le dimensioni dei Sensi, del Mito, delle Passioni. Ma questo ci riporta all’aspetto evolutivo bioniano dell’apprendere dall’esperienza5 che Corrao riprende nel passaggio dal Pathema al Mathema6. Abbiamo l’intreccio tra il gruppo narrato, il gruppo interpretante, i cui membri offrono spesso micro-riferimenti ad altri gruppi, e quello costruito nell’interpretazione. Cercherò di soffermarmi su questi punti partendo dalle considerazioni iniziali di Ti Koinon:per una metateoria del gruppo a funzione analitica7 ( la trascrizione da un nastro registrato di un seminario del 1987, pubblicato postumo in Koinos nel 1995 ed in seguito inOrmeII,) in quanto Corrao, prendendo spunto da Bion, ci parla subito delle idee in transito nel gruppo nel processo che va da una posizione all’altra per cui si ha una conoscenza in comune: “se sarà possibile discutere le differenti esperienze fatte dai differenti osservatori, sarà anche possibile esaminare in comune il materiale osservato”.
Ciò riguarda un punto essenziale che vorrei sottolineare laddove Corrao dice: “In sostanza la prospettiva del gruppo cambia e direi che non e’ tanto interessante l’individuazione degli oggetti definiti o degli individui che compongono il gruppo, non e’ tanto interessante osservare l’oggetto definito, ma la relazione tra i vari oggetti che a un certo punto si compongono in questa koinonia o, in ogni caso, e’ interessante indagare la funzione di relazione che mette insieme pensieri, emozioni, etc. dei vari individui costituenti l’insiemità del gruppo”. Dunque questa “insiemità” caratterizzava l’elemento unitario della conoscenza del gruppo: il Mathema che si dispiegava nell’intersecarsi complesso di processi logici multipli (logica bivalente, analogica, modale, deontica), attraverso la msesi di gruppo, la memoria comune al gruppo. Nel gruppo dunque, la trasmissione della conoscenza e l’apprendimento si articolavano nella dimensione spazio/temporale dell’insiemità che alimentava nuove esplorazioni. Si tratta dunque di una co-evoluzione, di un lavoro che, anziche’ riferirsi ad un vertice super-egoico, adotta vertici direi “di confine”che aiutano a sofisticare modelli impliciti ed espliciti dei vari membri del gruppo consentendo non solo quell’oscillazione a-? cui avevo accennato (a dell’individuo, ? del gruppo) ma anche la percezione di una frontiera attraversata dal dialogo-confronto con altri pensieri: “differenze che producono differenze”, diceva Corrao.
Ne La dissipazione cognitiva8 troviamo il riferimento ad un sistema energetico complesso che implica la capacità di diffusione dell’oggetto e del pensiero analitico riprendendo il tema delle strutture dissipative (in senso positivo) di Prigogine: cioe’ di strutture di non equilibrio che esistono in interazione con il mondo esterno e sono in grado di consumare e produrre energia. Proviamo a pensare insieme: Prigogine mostra come tali sistemi, contrariamente a quelli di equilibrio – come ad esempio i cristalli, che in quanto isolati (strutture chiuse) non dissipano energia e dunque sono strutture “morte” – comportano una dissipazione di energia che potrà essere utilizzata da altri sistemi. In riferimento al gruppo abbiamo una trasformazione di pensieri che riguarda la costituzione dell’identità in relazione ad altre identità distanti ed estranee. E ciò riguarda la struttura poliadica del gruppo di modellizzazione, in quanto gli interventi sono possibili evoluzioni di una relazione, di un evento, possibili ricostruzioni di una storia, costruzioni di un senso possibile, ma in interazione con l’alterità. Sembra difficile poter dare un’esplicitazione esauriente di tutti i temi connessi a questa esperienza. Spero tuttavia che quelli appena accennati consentano un nuovo transito ai nostri pensieri. ” La nostra mente ‘pulsà con i pensieri ed attraverso di essi.” (F.Corrao)
Lucilla Ruberti
1 Gruppo di Modellizzazione Materiale clinico del dottor Giuseppe Di Leone, Koinos, 1-2, 1994.
2 In particolare, su gruppo e istituzioni e’ prezioso il lavoro di C.A.BARNà A. BRIGNONE (2004) Psicoanalisi e istituzioni, Koinos, 1, 2004.
3 CORRAO F. (1983), Il gruppo esperienziale: fondamenti epistemologici,in Orme II, Milano, Cortina, 1998.
4 CORRAO F. (1985), Funzione analitica del piccolo gruppo, in Orme II, cit.
5 BION W.R. (1962), Apprendere dall’esperienza, Roma, Armando, 1972.
6 CORRAO F. (1984), Patema/Mathema, in Orme I, Milano, Cortina 1998.
7 CORRAO F. (1995), Ti Koinon: per una metateoria generale del gruppo a funzione analitica, in Orme II, cit.
8 CORRAO F. (1985), La dissipazione cognitiva, in Orme I, cit.