Presentazione di Andrea Marzi
Il libro affronta il tema del “postmoderno”: tema, già, ma soprattutto atmosfera che imbeve l’attualità, o la allaga, secondo alcuni, ma che comunque non può essere trascurata, e che non si costituisce come una corrente esclusiva dei nostri tempi, tutt’altro, ma che intesse con altri aspetti sociali, storici, psicologici e via dicendo, una corrispondenza “cross over”, che ingenera un’intensa dialettica e interrogativi molto importanti.
Nel volume gli Autori hanno cercato di offrire la possibilità di una esposizione dialettica, soprattutto nei confronti dei giovani in via di formazione, curiosi di conoscere e approfondire un soggetto così rilevante.
I vari contributi si sforzano di mostrare, nelle varie discipline prese in considerazione, come si declini l’approccio postmoderno a partire dal rifiuto di vari modelli di profondità, fra cui quelli freudiani di latente, manifesto e di rimozione, sostituendoli con modalità attinenti soprattutto alla superficie, come discorsi e giochi testuali. Cosa possa significare allora la predilezione per esempio per la pratica ubiquitaria del “pastiche”, o cosa significhi la sottolineatura delle varie “morti” che hanno preceduto e intridono il postmoderno: la morte del soggetto, della storia, dell’arte, magari anche della psicoanalisi, dove troviamo sempre qualcuno che si offre volontario a celebrarne le esequie, senza successo. E ancora: quali implicazioni sorgano nella temperatura basale dei sentimenti, nella diversa concezione dello spazio e del tempo, nella transitorietà dei significati, del senso del sé e dell’identità, mentre il “reale”, o la “verità”, non sono altro che un prodotto di un certo linguaggio, e dove infine ogni testo possa essere “decostruito” e la conoscenza oggettiva invece non possa che essere qualcosa di costruito socialmente.
Forse l’aspirazione mggiore del volume si sostanzia proprio nel desiderio di “contaminare” positivamente il lettore, coinvolgendolo in domande che non possono essere eluse nel mondo attuale.
Marzo 2016